Addio PUN: dal 2025 arrivano i prezzi zonali per l’energia elettrica

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Qual è il Pun di oggi 27 Aprile 2024?

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Prezzi zonali.
Cosa cambia nel passaggio tra PUN e prezzi zonali previsto nel 2025?

Dal 2025 si cambia: al posto del Prezzo Unico Nazionale (PUN) si passerà ai prezzi zonali. Cambierà il modo in cui vengono fissati i costi delle forniture luce: cosa significa per i clienti finali, e perché si è arrivati a questo cambio?

Una modifica che potrebbe portare a una maggiore efficienza e sostenibilità del mercato energetico. Così viene considerato da molti il passaggio dal Prezzo Unico Nazionale ai cosiddetti prezzi zonali. Un avvicendamento che modifica il modo in cui vengono formate le tariffe, e che quindi coinvolge in prima persona i clienti finali.

Operiamo una breve sintesi di questa nuova dinamica, prima di addentrarci nei suoi punti di maggior interesse e complessità:

Dal PUN ai prezzi zonali: cosa cambia?
Cosa succedePerchéDa quando
È prevista la transizione dal PUN ai prezzi zonali. Si passerà da un sistema con un solo costo dell'energia riferito a tutta Italia a valori specifici per varie zone del Paese.Per cercare una maggiore efficienza ed equità nel settore energetico italiano.A partire dal 1 gennaio 2025.

Qual è la differenza tra Prezzo zonale e PUN?

Il Prezzo Unico Nazionale (abbreviato in PUN) rappresenta il costo all’ingrosso dell’energia elettrica sulla borsa italiana. Va considerato perciò come un valore unico per tutto il Paese. Con i prezzi zonali, invece, ogni regione avrà un proprio "PUN". Ciò significa che tutte le aree potranno avere un valore dell'energia specifico, legato a parametri locali come costi di produzione e trasmissione.

Qual è il PUN oggi?

Scopri il valore odierno del Prezzo Unico Nazionale grazie al nostro speciale sul costo PUN di oggi.

Questo cambiamento è previsto dal D.L. 181/2023, dedicato a “Sicurezza energetica, fonti rinnovabili e ricostruzione territori alluvionati”. In particolare, si deve ricercare l’articolo 19, dove è possibile leggere:

"Con decreto del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, sentita l'ARERA, sono stabiliti le condizioni e i criteri per l'applicazione ai clienti finali, a decorrere dal 1° gennaio 2025, di prezzi zonali definiti in base agli andamenti del mercato all'ingrosso dell'energia elettrica."

D.L. 181/2023, articolo 19

Si tratta quindi di un cambiamento piuttosto importante, che va a modificare il modo in cui verranno presentati i costi delle varie tariffe luce.

Qual è il valore dei prezzi zonali in Italia?

Per capire la differenza tra i vari prezzi zonali, basta dare uno sguardo alla cartina che trovi qui in basso, riferita a febbraio 2024:

 

La mappa dei prezzi zonali di vendita in Italia a febbraio 2024.
La mappa dei prezzi zonali dell'energia in Italia a febbraio 2024 - valori in €/MWh (fonte: GME).

Come vedi, la differenza tra le varie aree del paese in questo mese dell'anno non è così notevole. In particolare, lo scarto tra il valore più alto (Nord e Centro Nord) e quello più basso (Calabria) è di 1,66 €/MWh, che equivale a 0,00166 €/kWh.

Traducendo il tutto in una tabella, questa è la situazione dei prezzi zonali di vendita in Italia a febbraio 2024:

Valori medi dei prezzi zonali in Italia a febbraio 2024
Nord87,91 €/MWh
Centro Nord87,91 €/MWh
Centro Sud87,22 €/MWh
Sud86,43 €/MWh
Calabria86,25 €/MWh
Sicilia87,25 €/MWh
Sardegna86,78 €/MWh

Valori medi mensili (baseload) - Fonte: GME.

È interessante capire poi la dinamica dei vari prezzi zonali. Come si vede nel grafico proposto da GME, i valori medi hanno registrato grossomodo le stesse oscillazioni nel corso dell'ultimo anno, pur con qualche discrepanza:

Le oscillazioni dei prezzi zonali nell'ultimo anno.
I prezzi zonali hanno registrato oscillazioni simili tra febbraio 2023 e febbraio 2024 (fonte: GME).

Dopo aver capito la differenza tra PUN e prezzi zonali, però, la domanda che verrebbe da farsi è: perché si è giunti a questa decisione?

Perché si è arrivati al cambio tra PUN e prezzi zonali?

L’idea dietro al cambio tra PUN e prezzi zonali è basata sulla volontà di rendere il sistema energetico italiano più efficiente, equo e sostenibile. Infatti, questo cambiamento mira a supportare l’utilizzo delle fonti rinnovabili, riducendo la congestione delle reti di trasmissione dell’energia.

E d’altra parte, l’abbandono del PUN come riferimento unico per la formazione del prezzo delle tariffe luce permetterà di superare alcune criticità tipiche di questo modello. Questi i punti chiave:

  • 🇮🇹  vs 🌍 il PUN è un indice "unico", legato al mercato italiano nel suo complesso. La maggioranza dei Paesi europei, però, adotta un modello di formazione dei prezzi che considera i singoli territori o zone, e che quindi non opera una sintesi a livello nazionale. Ciò porta a un'ulteriore discrepanza tra l'attuale modello italiano e quello comunitario;
  • 📊 l'utilizzo del PUN può portare a un'allocazione inefficiente di risorse e investimenti. Un pericolo che riguarda soprattutto i fornitori di energia, per i quali diventa complesso gestire l'incertezza dei mercati dovuta alle differenze di prezzo tra i molteplici territori.

Questa inefficienza costituisce quindi il motivo principale per il quale si è arrivati al cambiamento tra PUN e prezzi zonali. Per i consumatori finali, però, quali conseguenze ci saranno?

Le conseguenze positive del cambio tra PUN e prezzi zonali

L’avvicendamento tra Prezzo Unico Nazionale e prezzi zonali viene vista come un’opportunità in grado di apportare benefici a tutto il sistema energetico italiano. Vediamo perché:

  • il passaggio a prezzi zonali può spingere gli investimenti sulle energie rinnovabili e su infrastrutture di produzione più sostenibili. Operando sui singoli territori è possibile ridurre le importazioni, con un abbassamento dei costi nel medio-lungo termine;
  • i prezzi zonali dipendono dai costi di produzione e trasmissione dei vari territori. Ciò fa sì che le aree del Paese maggiormente efficienti e che già sfruttano a dovere le fonti rinnovabili potrebbero godere di prezzi all’ingrosso più bassi rispetto al PUN attuale;
  • un mercato zonale punta all’efficienza, visto che l’obiettivo è quello di tenere bassi i prezzi in differenti aree del paese. Ciò può avere ripercussioni positive soprattutto sugli investimenti destinati alla trasmissione di energia tra i vari nodi della rete elettrica, per risparmi maggiori.

D’altra parte, possono essere presenti anche delle dinamiche meno positive. Nel passaggio da PUN a prezzi zonali, ad esempio, qualcuno potrebbe perderci?

Le conseguenze negative dei prezzi zonali

Se i prezzi zonali possono favorire le regioni più efficienti e che già sfruttano a dovere le rinnovabili, che ne sarà dei territori al momento più svantaggiati?  La discrepanza tra PUN e costo zonale può portare ad aumenti in bolletta della luce in specifici territori contraddistinti da caratteristiche peculiari.

Il caso della Sicilia, allo stato attuale delle cose, è da valutare, visto che la posizione geografica e la dipendenza dalle reti di interconnessione nazionali potrebbe portare a prezzi zonali più alti. In altre parole, si paga di più per importare l’energia rispetto ad altre parti d’Italia, e ciò fa aumentare i prezzi. Sono già in programma, in ogni caso, numerosi progetti per potenziare il ruolo delle rinnovabili nella regione, che in futuro potrebbe quindi beneficiare dell'introduzione dei prezzi zonali.

Per cercare di prevenire possibili situazioni troppo sfavorevoli per determinate aree del Paese, il già citato DL 181/2023 ha previsto un meccanismo che dovrebbe cercare di limitare possibili discrepanze. In particolare, nella fonte si legge:

"Con il medesimo decreto sono altresì stabiliti gli indirizzi per la definizione, da parte dell'ARERA, di un meccanismo transitorio di perequazione tra i clienti finali, che tenga conto del contributo alla flessibilità e all'efficienza del sistema nonché delle esigenze di promozione della concorrenza nel mercato, a compensazione dell'eventuale differenziale tra il prezzo zonale e un prezzo di riferimento calcolato dal GME in continuità con il calcolo del prezzo unico nazionale."

D.L. 181/2023, articolo 19

Anche il  rapporto tra prezzi zonali e costi all'ingrosso a livello europeo è argomento di discussione. Sarà necessario trovare infatti il modo di equiparare i vari costi regionali a quelli del mercato comunitario, così da non creare squilibri a livello nazionale e locale.

Il tema, insomma, è ricco di spunti di discussione. Quello che è certo è che dal 2025 i contratti di fornitura energetica cambieranno per rispecchiare il passaggio da PUN a prezzi zonali. La sfida, per operatori e autorità di settore, è preparare al meglio i consumatori finali, ancora alle prese con le conseguenze del passaggio da regime tutelato a mercato libero.

Cosa cambia per gli utenti?

Essendo un'importante componente delle offerte luce, il PUN può modificare il costo delle tariffe periodicamente. L’introduzione dei prezzi zonali non dovrebbe cambiare questo meccanismo, ma lo renderà più vicino alle reali dinamiche dei vari territori, per una maggiore efficienza di tutto il sistema energetico italiano.

Quando vai a considerare le offerte luce del mercato libero, il le tariffe a prezzo variabile presentano una struttura piuttosto schematica, formata da due elementi principali:

  • PUN – ovvero il valore del Prezzo Unico Nazionale che cambia ogni mese;
  • contributo al consumo – un valore numerico espresso in €/kWh che rappresenta il guadagno concreto del fornitore. A seconda delle varie compagnie può essere chiamato spread, fee, sovrapprezzo o fattore α.

E per le offerte a prezzo fisso?

Nelle offerte luce a prezzo fisso, PUN e contributo al consumo vengono presentati insieme, ottenendo un unico valore espresso in €/kWh che rimane bloccato per un certo periodo di tempo.

Il prezzo che vedi in bolletta luce viene formato aggiungendo altri fattori, a partire dalla quota fissa, dai costi di gestione del contatore e dalle imposte. Il Prezzo Unico Nazionale, tra questi, è una delle componenti più importanti.

Fonti da consultare

Decreto Legge 183 del 2023

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