Carbon Credits: cosa sono? E perché la Bolletta dipende (anche) dalla CO2?

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Carbon Credits
Come funzionano i crediti di carbonio e che ripercussioni hanno sul costo delle bollette?

Cosa sono i carbon credits? Quanto valgono e come funziona il loro mercato? Quale legame unisce crediti di carbonio, CO2 e aumento del costo della bolletta?

Con l’espressione carbon credit (o credito di carbonio), si va a identificare una autorizzazione o certificato che dà modo a un soggetto di emettere una tonnellata di anidride carbonica (CO2) o di diverso gas serra. Vediamo subito di comprendere meglio il loro funzionamento, e in che modo tutto ciò influenza l’importo della bolletta di gas e luce.

Cosa sono i carbon credits?

I carbon credits sono certificati negoziabili. Questo vuol dire che rientrano all’interno di un meccanismo di scambio, come i titoli che ogni giorno vengono contrattati in borsa. Solo che, al posto di utilizzare una valuta monetaria per valutare gli scambi (Euro, Dollaro, Yen o altro), si impiega un altro tipo di unità di misura: la CO2 espressa in tonnellate.

L’introduzione dei crediti di carbonio ha l’obiettivo di limitare le emissioni di gas a effetto serra. Il ragionamento alla base dell'iniziativa è semplice. Se le aziende che emettono sostanze nocive per l’ambiente sono obbligate a pagare per la produzione delle stesse sostanze, la loro azione sarà quantomeno più ragionata. E ciò può favorire l’intera collettività.

Chi certifica i crediti di carbonio? I carbon credit sono certificati negoziabili. Ma chi li certifica? Al momento, l’unica società italiana autorizzata è Carbonsink, responsabile di sviluppo di progetti mirati alla riduzione delle emissioni di CO2 e in grado di generare carbon credits.

L’intero meccanismo di emissione dei crediti fa sì che si inneschi un circolo virtuoso, mirato a evitare l’emissione spropositata di emissioni di gas serra.

Come funziona il mercato dei crediti di carbonio

Per comprendere come funziona il mercato dei carbon credits, bisogna seguire alcuni passaggi logici:

  1. Le emissioni di gas a effetto serra vengono limitate da un’autorità nazionale. In questo modo, si crea un valore limite (detto “cap”), che corrisponde al tetto massimo di CO2 che è possibile emettere nell’atmosfera;
  2. Il volume massimo così ottenuto viene suddiviso in “diritti di emissione”, attribuibili a stati e aziende;
  3. Ogni soggetto a cui viene assegnata una quota, si impegna a produrre CO2 fino alla massima quantità stabilita della quota stessa;
  4. Se un soggetto vuole produrre più emissioni di quelle concesse dalla sua quota, la sua unica scelta è quella di acquistare altri crediti dalle aziende virtuose, che non hanno raggiunto il loro limite e possono vendere le loro eccedenze.

In questo modo, si viene a creare una vera e propria compravendita di titoli che consentono di emettere maggiori quantità di sostanze inquinanti. I lati positivi di questo meccanismo sono almeno due:

Mercato dei crediti di carbonio: vantaggi principali
Benefici Economici Reputazione
Le aziende o gli stati virtuosi che emettono meno CO2 di quella loro consentita, possono cedere le loro quote in eccedenza, traendone dei benefici economici. Riuscire a limitare le proprie emissioni, rimanendo nell'ambito della propria quota, dimostra al mercato che l'azienda è in grado di mantenere gli impegni presi.

Quanto vale un carbon credit?

È interessante chiedersi a quanto venga scambiato un credito di carbonio. Per comprenderlo, bisogna prima capire che quello dei carbon credits è un mercato. E in quanto tale, ha visto la nascita di società intermediarie che facilitano la compravendita di titoli. Queste aziende mettono in comunicazione le società che necessitano di nuovi crediti e quelle che ne possono fare a meno. Allo stesso tempo, sono sorte anche piattaforme di trading, con tanto di segnalazione della qualità del credito. Le opportunità per scambiare sono numerose, e pertanto la determinazione dei prezzi può presentare dimaniche differenti.

Detto questo, il prezzo dei crediti di carbonio scambiati sui mercati può essere determinato principalmente in due modi:

  • Dinamiche di mercato: la classica legge della domanda e dell’offerta, che regola i mercati in maniera più o meno efficiente, vige anche nel caso della compravendita di carbon credits;
  • Progetti: il costo dei carbon credits può essere determinato anche tenendo conto della complessità del progetto a cui sono legate le aziende coinvolte. In questo ambito, esistono alcuni modelli di calcolo dei prezzi, che in certi casi prevedono un sovrapprezzo che va a premiare le comunità coinvolte dalle iniziative messe in atto.

I carbon credits contro i cambiamenti climatici Il modello di determinazione del prezzo dei crediti di carbonio per progetto consente di sovvenzionare territori direttamente coinvolti dai cambiamenti climatici. In questo modo, si cerca di ridurre il pericolo di migrazioni dovute al riscaldamento globale.

Entrambi i modelli possono presentare dei lati negativi. Nel caso della determinazione dei prezzi per progetto, è evidente che subentrino delle valutazioni che possono essere soggettive, e quindi possono portare a una determinazione errata (volutamente o meno) del costo. È anche vero che lasciar fare i mercati da soli può portare a distorsioni, come abbassamenti artificiosi dei prezzi.

Perché è importante stabilire il costo dei carbon credits Molto spesso i crediti di carbonio sono relativi a progetti di aziende o stati di aree in via di sviluppo. Vanno a toccare temi centrali come educazione, salute, accesso a cibo e acqua. Aumentare e diminuire artificiosamente il prezzo può avere quindi ripercussioni sociali.

Perché la Bolletta dipende dalla CO2?

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Il discorso legato ai carbon credits potrebbe apparire astratto, o comunque lontano dalle dinamiche quotidiane dei consumatori. Così non è. Anzi, uno dei motivi principali legati ai rincari della bolletta è da ricercare proprio nel mercato dei crediti di carbonio. Ne parliamo anche in questo articolo dove troverai l'andamento del prezzo di CO2 dal 2019 ad oggi (settembre 2021): "Caro bolletta e permessi di emissione di CO2".

Autunno 2021: il prezzo dell'energia sta aumentandoSe continua questo trend al rialzo a ottobre 2021 la Bolletta Luce arriva alle stelle, per via dell'aumento del prezzo del gas e della ripresa dell'economia dopo la pandemia.

Il mercato di scambio di quote di emissioni dell'Unione Europea, introdotto nel 2005 nell’ambito delle iniziative succedute alla firma del Procollo di Kyoto, è il “luogo” dove avviene la compravendita di crediti di carbonio. Si chiama European Union Emission trading Scheme. Negli ultimi mesi, complice la ripresa economica dovuta all’allentamento delle misure post COVID-19, si è assistito a un aumento della produzione. Tradotto in altre parole: le aziende inquinano di più. E per farlo, devono acquistare nuovi carbon credits presso il mercato di scambio europeo. Il problema è che la UE non ha aumentato il numero di quote disponibili, che quindi diventano sempre più costose. Aumentare le quote, d'altra parte, sarebbe come concedere maggiori possbilità di emettere sostanze inquinanti.

La conseguenza è che le aziende devono spendere di più per ottenere i crediti. E per rifarsi, proiettano le maggiori spese sui consumatori. La preoccupazione per quello che sta diventando un vero e proprio mercato finanziario, a rischio speculazione, è palpabile tra gli esperti. Come Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, che a luglio 2021 spiegava:

La questione è molto complessa, perché abbiamo dei giusti obblighi di riduzione delle emissioni, un problema che l'Europa ha risolto con questo sistema di scambi, in cui chi inquina di meno acquisisce dei crediti, che può cedere ai Paesi che non riescono a ridurre le emissioni. Ma in questo modo un mercato fisico è stato trasformato in un mercato finanziario, suscettibile alla speculazione. I problemi ambientali ancora irrisolti e i vincoli che diventano più stringenti hanno portato ad un picco di crediti di CO2, che di fatto si scaricano automaticamente sulle bollette.

Marco VignolaToday.it, articolo Cosa c'entra l'inquinamento con i rincari delle bollette

La compravendita di crediti di carbonio però ha conseguenze importanti sul bilancio dello Stato. Si calcola che il Governo Italiano sia stato in grado di recuperare almeno 1,2 miliardi di euro grazie alla vendita di alcune delle sue quote. La maggioranza del ricavato è stato utilizzato per scongiurare ulteriori rincari sulle bollette dell’energia elettrica, dovuta all'aumento del costo delle materie prime.

Il tema dei carbon credits, pertanto, continua a dividere. Non solo gli esperti e le aziende, ma anche le istituzioni. Gli Stati Uniti, per fare un esempio, sono contrari all’introduzione del mercato dei crediti di carbonio, al centro di un meccanismo ritenuto colpevole di ostacolare la crescita economica, oltre che la libertà di consumare e produrre.

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