Permessi CO2: le grandi aziende pagano per poter inquinare (e le conseguenze in Bolletta)

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Caro bollette permessi emissione CO2.
Che collegamento c'è tra emissione di CO2 e caro bollette?

A ottobre i prezzi delle bollette potrebbero aumentare fino al 40%. A cosa è dovuto questo balzo in avanti senza precedenti, ed è vero che uno dei motivi è legato ai permessi di emissione CO2? Cerchiamo di spiegare le verità nascoste del meccanismo che permette alle aziende più ricche di inquinare (e di scaricare i costi maggiori sui contribuenti).

La fine dell’estate è già di per sé un periodo malinconico. Quest’anno, però, rischia di diventare semplicemente angosciante. Il primo ottobre, infatti, ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) chiarirà a quanto ammontano gli aumenti in bolletta luce e gas. E le previsioni sono veramente fosche: secondo il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, si parla di € 100 all'anno in più per la fattura dell’energia elettrica, e addirittura di € 400 per quella del metano.

In queste ore ci si sta soffermando soprattutto sull’effetto, ovvero l’aumento, ma non tanto sulla causa. Sarebbe: cos’è che fa aumentare i prezzi? Cerchiamo di scoprirlo.

Parte la ripresa economica. E quella dei costi in bolletta

Ogni evento, anche quello più lieto, ha il suo rovescio della medaglia. Così, se da una parte la ripresa della produzione industriale mondiale dopo la quarantena imposta dal COVID-19 è sicuramente una buona notizia, dall’altra porta conseguenze spiacevoli.

La maggior produzione, infatti, determina una maggiore richiesta di materie prime, e con questa un aumento generalizzato dei prezzi. La riduzione delle forniture dalla Russia, inoltre, ha aggravato un quadro che comunque segue il trend degli ultimi mesi.

Autunno 2021: il prezzo dell'energia sta aumentandoSe continua questo trend al rialzo a ottobre 2021 la Bolletta Luce arriva alle stelle, per via dell'aumento del prezzo del gas, della ripresa dell'economia dopo la pandemia e dell'arrivo dell'inverno.

Ma c’è un’altra ragione, ancora più nascosta, che porterà allo spropositato aumento paventato dal Governo in queste ultime ore. Ed è legato, in maniera anche abbastanza paradossale, alla transizione ecologica.

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Più hai soldi, più inquini: il mondo dei carbon credits

È molto probabile che nei prossimi giorni il grande pubblico entri in contatto con la voce Ets, acronimo di Emission Trading Scheme. Si tratta, in buona sostanza, di certificati di emissione di CO2 (noti anche come Carbon Credits), che si inseriscono all’interno di un sistema creato dall’Unione Europea nel tentativo di limitare l’emissione di gas a effetto serra da parte di Stati e imprese. Strano a dirsi, ma è proprio questo uno dei motivi che spinge verso l’alto il prezzo delle bollette. In sintesi, questo è il loro funzionamento:

  1. Un’autorità (in questo caso l’Unione Europea) stabilisce un tetto massimo alle emissioni di CO2 nell’atmosfera;
  2. Questo volume massimo viene suddiviso in parti uguali. Si ottengono così i diritti di emissione, che vengono attribuiti a stati e aziende (in Italia i soggetti interessati sono 1.200). Ognuno di questi diritti permette di produrre una tonnellata di CO2;
  3. Ogni soggetto che detiene una quota sa che non può emettere CO2 e gas a effetto serra oltre quel limite;
  4. Nel momento in cui una società vuole produrre più emissioni, però, ha una possibilità. Acquistare – pagando moneta sonante – le quote non utilizzate dalle aziende (o dagli Stati) più virtuosi, secondo il tipico schema finanziario del cap-and-trade;
  5. In questo modo, si viene a creare un sistema di interscambio dove la valuta è la possibilità di inquinare.

Fonte: Sendeco2.com/prezzi-co2

Tutto quello che devi sapere sui crediti di carbonio Quello descritto è il funzionamento a grandi linee del mercato dei crediti di carbonio. Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sui carbon credits.

In linea di massima, quindi, il sistema degli Ets avrebbe come obiettivo quello di limitare le emissioni nocive. In pratica, almeno a quanto si sta vedendo, ha permesso di trasformare un mercato fisico in uno finanziario, e come tale soggetto a potenziali speculazioni. Un sistema che, in buona sostanza, dice che inquinare è illegale. A meno che non si sia disposti a pagare.

Perché gli Ets portano a un aumento in bolletta

Lo schema che porta a un aumento in bolletta per via degli Ets è facilmente deducibile:

  1. La fine delle restrizioni dovute alla pandemia ha portato a un rimbalzo della produzione, con le imprese pronte a tornare ai livelli pre-COVID;
  2. Le aziende che producono di più devono presumibilmente inquinare di più;
  3. Per inquinare di più, hanno bisogno di acquistare più certificati di emissione. Sono costrette, quindi, a spendere denaro supplementare;
  4. Visto che il numero di quote di emissione è rimasto immutato, però, si crea una situazione nella quale si ha scarsità di offerta e abbondanza di domanda. Pertanto, i prezzi aumentano. Si è arrivati a circa € 50 per tonnellata di CO2;
  5. Le aziende che effettuano investimenti supplementari per comprare nuovi carbon credits, recuperano quanto speso nel modo più tradizionale: scaricando la spesa sul cliente finale, che vede la sua bolletta aumentare in maniera evidente.

A tutto questo, si aggiungono anche altri fattori. Alcuni tipici della situazione italiana, altri scaturiti da una serie di circostanze non del tutto favorevoli:

  • La chiara immaturità del mercato produttivo legato alle energie rinnovabili, che ancora non riesce a provvedere al fabbisogno energetico in Italia. Si deve quindi procedere con l’importazione di gas, procedura particolarmente cara;
  • Il meteo non ha certamente aiutato. La primavera è stata fredda e l’estate molto calda. In poco tempo, la domanda è passata dall’essere totalmente indirizzata verso il riscaldamento, per finire poi verso il raffrescamento. Tutto ciò non ha fatto che aumentare ulteriormente il prezzo del gas;
  • Le dinamiche dovute alla pandemia hanno giocato un ruolo chiave. L’Asia, ad esempio, è stata la prima a riaprire in maniera estesa le rotte commerciali. Per questo motivo, le navi cariche di gas sono partite prima di tutto verso i porti di Cina, Corea e Giappone, e solo in seguito verso quelli europei;
  • Per ultimo, i problemi di realizzazione del raddoppio del gasdotto North Stream, in Russia, ha ridotto le esportazioni verso l’Unione Europea.

L’andamento del costo di gas e luce negli ultimi anni

Come visto, l’andamento del prezzo delle materie prime è uno dei fattori che spinge al rialzo le bollette. Viene da chiedersi, allora, quale sia stato il trend del costo di gas e luce nel corso degli ultimi anni.

Sfruttando i dati forniti da ARERA, queste sono le rilevazioni a partire dal primo trimestre 2018 per quanto riguarda il costo del gas naturale per un cliente domestico tipo in regime di maggior tutela:

Andamento prezzo gas dal 2018 a oggi
 Trimestre e anno Importo in c€/m³
 I 2018 76,69
 II 2018 72,32
III 2018 78,28
IV 2018 83,07
I 2019 84,95
II 2019 76,51
III 2019 71,22
IV 2019 73,96
I 2020 74,56
II 2020 64,54
III 2020 60,22
IV 2020 67,08
I 2021 70,66
II 2021 73,42
III 2021 84,67

Il dato comprende spese per materia gas, spesa per trasporto e gestione del contatore, spesa per oneri di sistema e imposte (fonte dati ARERA).

Questi, invece, i dati relativi allo stesso periodo temporale, ma per il prezzo dell'energia elettrica per un cliente domestico tipo in regime di maggior tutela:

Andamento prezzo luce dal 2018 a oggi
 Trimestre e anno Importo in c€/kWh
 I 2018 20,63
 II 2018 18,98
III 2018 20,22
IV 2018 21,76
I 2019 21,74
II 2019 19.89
III 2019 20,27
IV 2019 20,80
I 2020 19,67
II 2020 16,08
III 2020 16,61
IV 2020 19,20
I 2021 20,06
II 2021 20,83
III 2021 22,89

Il dato comprende spese per materia energia, spesa per trasporto e gestione del contatore, spesa per oneri di sistema e imposte (fonte dati ARERA).

Come si può notare, l’andamento nei vari periodi dell’anno segue una dinamica simile. I consumi aumentano nel primo e nel quarto trimestre, a causa della maggiore richiesta dovuta alle condizioni meteorologiche avverse. Il dato del secondo e terzo trimestre 2020 riflette la grande flessione dei consumi dovuti alla quarantena per il COVID-19.

Cosa fa il Governo per scongiurare questi aumenti?

L’aumento in bolletta riguarda anche altri paesi? Sì, si tratta di una dinamica che investe sostanzialmente tutti i paesi dell’Unione Europea. In Spagna, per arginare gli aumenti, l’imposta sull’elettricità è scesa dal 5,1% allo 0,5%. Germania e Francia, invece, possono agire con più calma. Entrambe possono contare su accordi di lungo periodo con i rispettivi produttori energetici, che almeno per il momento stabilizzano e mitigano i rialzi previsti nei prossimi mesi.

La ricetta del Governo per scongiurare gli effetti nocivi dei carbon credits viene… dai carbon credits. In effetti, a fine luglio l’esecutivo a guida Mario Draghi ha stanziato € 1,2 miliardi al fine di evitare rialzi ancora maggiori in bolletta. I fondi provengono proprio dalla vendita di Ets. L’Italia, quindi, ha ceduto le sue quote ad altri soggetti, secondo lo schema indicato in precedenza.

Questa misura, da sola, non basterà. ARERA, allora, ha già tracciato la strada: eliminare oneri accessori dalle bollette. Si tratta, in particolare, di quelle spese non direttamente connesse agli obiettivi di sviluppo sostenibile, oltre che quelle finalizzate al contrasto della povertà energetica. In questa categoria rientrano, ad esempio, i costi relativi allo smantellamento delle centrali nucleari dismesse.

Tutto sugli oneri di sistema in bolletta Per capire meglio quali sono i costi inclusi nelle fatture, leggi i nostri speciali sugli oneri di sistema luce e gli oneri di sistema gas.

Nell’attesa di capire a quanto ammonterà l’aumento in bolletta a ottobre, ricorda di seguire il canale Telegram di Selectra. Clicca qui per unirti al canale! Così non perderai neanche un aggiornamento riguardante il settore luce e gas.

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