Italiani meno fedeli? Più Cambi Gestore Luce e Gas nel 2019!

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Dal 2018 al 2019 sono aumentati notevolmente i cambi di gestore da parte dei clienti domestici.
Dal 2018 al 2019 sono aumentati notevolmente i cambi di gestore da parte dei clienti domestici.

Record di cambio gestore: mai come nel 2019 i consumatori sono passati da un'azienda all'altra. Questo è uno dei risultati emersi dall'analisi dei dati raccolti nella Relazione Annuale 2019 di ARERA.

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Nel primo volume della sua Relazione Annuale, quest'anno, ARERA, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha raccolto anche i dati provenienti dai distributori e dal SII, Sistema Informativo Integrato, che viene gestito da Acquirente Unico.

Le informazioni ricavate hanno messo in evidenza che l'anno scorso, 2019, lo switching tra i fornitori luce da parte degli utenti domestici e non è aumentato notevolmente. Le cause possono essere molteplici, tra cui la liberalizzazione del mercato che ha incrementato l'insorgere di offerte e promozioni altamente competitive e che agevolano in modo non indifferente i nuovi utenti rispetto agli storici e l'urgenza delle piccole e medie imprese di usufruire del servizio di maggior tutela prima del 2021.

Tassi di switching settore elettrico: picco nel 2019. Perché?

È un dato di fatto: le famiglie e le imprese sono alla ricerca di un fornitore capace di offrire promozioni convenienti e offerte imperdibili. I gestori, quindi, si ritrovano a competere tra di loro nell'arena del mercato dell'energia proponendo ogni giorno tariffe ribassate e bonus allettanti per i nuovi clienti. Tutto questo per riuscire a farsi scegliere.

Relazione Annuale ARERA Clicca qui per leggere il primo volume della relazione stilata dall'autorità per il 2019.

Non solo, anche l'attesa della completa liberalizzazione del mercato, prima prevista a luglio 2020 e ora a gennaio 2022, può aver influito sul comportamento degli utenti, spingendoli, quindi, a cercare un fornitore di fiducia capace di rispondere alle esigenze prima che il cambiamento porti con sé novità nel sistema.

Complessivamente, infatti, nel 2019 hanno cambiato fornitore all’incirca 1,7 milioni di punti di prelievo. In termini di volumi sottesi, l’incremento rispetto all’anno precedente è meno elevato, pari a 3,1 punti percentuali. La spaccatura per livello di tensione mostra che la ripresa dell’attività di switching dei clienti non domestici è da attribuire innanzitutto ai clienti connessi in bassa tensione, il 23,1% dei quali ha cambiato fornitore nel corso del 2019 (il 6% in più del 2018) e per una quota di volumi sottesi pari al 35,2%. Anche in questo caso, probabilmente, una spinta agli spostamenti può essere derivata, almeno in parte, dal fatto che dal 1° gennaio 2021 le piccole e medie imprese non avranno più diritto di acquistare l’energia nel servizio di tutela.
Clienti domestici e non cambiano sempre più spesso il fornitore. In questa tabella puoi vedere i volumi e i punti di prelievo del 2018 e 2019 messi a confronto in base alla tipologia di utente.
Clienti domestici e non cambiano sempre più spesso il fornitore. In questa tabella puoi vedere i volumi e i punti di prelievo del 2018 e 2019 messi a confronto in base alla tipologia di utente.

Questo aumento, però, non è evidente solo dal confronto tra il 2018 con il 2019, ma si inizia a percepire vedendo l'andamento del tassi dal 2011 a oggi. Infatti, i dati rilevano pure che dal 2011 al 2019 l'incremento del tasso di switching è aumentato di circa 12 punti per i clienti non domestici e di circa 10 punti per i clienti domestici (il 14,3% ha cambiato gestore almeno una volta l'anno e questo dato corrisponde a circa 4,2 milioni di famiglie).

L'andamento del tasso di switching per clienti domestici e non domestici dal 2011 al 2019.
L'andamento del tasso di switching per clienti domestici e non domestici dal 2011 al 2019.

Il maggior numero di cambi è stato effettuato dai clienti residenti nel centro Italia

Un altro dato interessante, riguarda quello fornito dal SII, che ha dato la possibilità ad ARERA di individuare quali sono le zone d'Italia in cui i consumatori hanno fatto maggiore richiesta di cambio di gestore.

Nel centro Italia i consumatori hanno un tasso di switching lievemente più alto rispetto alle altre zone del nostro Paese.
Nel centro Italia i consumatori hanno un tasso di switching lievemente più alto rispetto alle altre zone del nostro Paese.

Dalla tabella si evince che i numeri più alti di switch per i clienti domestici si trovano nel centro Italia con in media il 16,5%, mentre, il sud, con il 15,7% risulta quello con il tasso inferiore. La situazione cambia quando si parla di utenti imprese, infatti, il Nord Italia risulta l'area con il tasso di switching minore (22,3%) mentre il Centro Italia, anche in questo caso, con il tasso maggiore (24,3%).

Il Centro risulta essere l’area con il tasso di switching leggermente più elevato (16,6%), seguito dal Nord (16%) e dall’area del Sud e delle Isole (15,7%). Anche le famiglie presentano un profilo simile: il Centro è la zona in cui nell’arco del 2019 ha cambiato fornitore la quota di punti di prelievo più elevata (14,7%), seguita dal Nord (14,5%) e dal Sud e Isole (13,8%). Nel caso dei punti di prelievo non domestici, invece, le percentuali si differenziano, poiché in questo caso è il Nord a registrare il tasso di switching più basso (22,3%), il Centro mantiene il valore più elevato (24,3%), mentre il Sud registra un tasso intermedio (23,5%).

Da queste informazioni emerge che il settore dell'energia sta cambiando insieme alle esigenze del consumatore. I dati raccolti dall'autorità ne sono la testimonianza, quindi, i gestori, per riuscire a rimanere al passo con i tempi, dovrebbero evolversi di conseguenza, soprattutto dopo la crisi generata dalla diffusione dei COVID-19 che ha cambiato i paradigmi del mercato.
Rimaniamo in attesa dei dati del 2020 per scoprire come la situazione attuale ha influito nel settore dell'energia.

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