Gas o transizione energetica? Ecco la verità sugli Stati
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Pubblicato da Carmela Maggio il 26/01/2023 || ⏳ tempo di lettura 2 min.
Si parla troppo di transizione energetica ma i fatti dimostrano il contrario. Ci stiamo avvicinando al cambiamento o siamo al punto di partenza con il gas? Prima la Russia, ora l'Algeria, Qatar e via dicendo, ma per le emissioni zero non siamo a buon punto.
Gli impianti a idrocarburi forniscono ancora il 75% del fabbisogno di energia in Italia rispetto al 20% delle fonti rinnovabili. Il gas resta ancora in prima linea. Scopri la posizione dell'Europa.
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Gas e transizione energetica: da quale parte si sono schierati i Paesi europei?
La dipendenza del gas russo in questi anni ha portato una crisi energetica in Europa. Dopo la guerra, infatti, tutti i paesi hanno trovato la propria soluzione. L'Italia ha chiesto aiuto all'Algeria. Lo Stato nordafricano ha importato nella nostra Nazione il 35% dell'energia di metano tra gennaio e novembre del 2021, contribuendo a 21,2 miliardi di metri cubi di gas.
Allo stato attuale delle cose, nel 2022, la Russia sembra aver perso il posto di miglior fornitore di gas per gli Stati Europei, tanto che si trova al secondo posto con 12,6 miliardi di metri cubi negli stessi 11 mesi presi di confronto con l'Africa, quindi un numero minore a quello corrispondente al 2021, in cui l'Italia ha comprato più gas da Gasprom (multinazionale russa che fornisce gas).
L'Azerbaigian ha dato il suo contributo fornendoci 9,5 miliardi di metri cubi di gas, lo stesso fornitore che ci importerà il gas nei prossimi anni.
Ma, allora, se parliamo solo di gas, dov'è la transizione energetica dell'obiettivo emissioni 0 a cui tutti gli Stati dell'Europa ambiscono? I dati del 2021 fanno riflettere.
| Nazione | Percentuale |
|---|---|
| Russia | 40% |
| Algeria | 30,8% |
| Azerbaigian | 9,9% |
| Qatar | 9,4% |
| Libia | 4,4% |
| USA | 1,5% |
Gas africano verso L'Europa? "Manca un tubo per completare"
Nel 2005 è stato presentato un gasdotto, mai completato. Parliamo di un hub importante che doveva offrirci molti vantaggi in Italia. Il gasdotto sarebbe dovuto passare tra Bologna e l'Aquila, ma c'è un tubo mancante.
Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, durante il primo incontro con Giorgia Meloni in Algeria, ha detto:
Dal Sud Italia possono arrivare al massimo 126 milioni di metri cubi di gas al giorno: questo è il collo di bottiglia che dobbiamo superare perché il nostro Paese diventi l’hub energetico per tutta l’Unione europea, un’occasione che non dobbiamo perdere".
Il problema principale è che mancano le autorizzazioni della Regione. Poi, l'ARERA (Autorità che regolamenta l'energia in Italia) ha da poco tempo iniziato a consultare il progetto. L'obiettivo è quello di generare circa 15 miliardi di metri cubi di gas in più all'anno attraverso le strutture dell'Algeria, Egitto e Libia con lo sviluppo delle fonti rinnovabili (pannelli fotovoltaici e idrogeno green).
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