Obiettivo emissioni Net Zero UE: mancano riforme di mercato?

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Pubblicato da Carmela Maggio e revisionato da Marina Lanzone il 24/02/2023  ||  ⏳ tempo di lettura 2 min.

L’Europa raggiungerà l'obiettivo di emissioni Net zero entro il 2050? Uno studio chiamato "Energy Market Redesign: for a Decarbonised Europe", firmato da Wärtsilä (azienda finlandese specializzata nelle tecnologie innovative e soluzioni per il ciclo di vita per i mercati marino ed energetico), ha provato a dare la risposta. La ricerca ha messo sotto i riflettori un problema che allontanerebbe i paesi UE dagli obiettivi: mancano attualmente alcune tecnologie e alcune riforme di mercato.

Queste le parole di Håkan Agnevall, il Presidente e CEO di Wärtsilä: 

"Ci troviamo sull’orlo di una trasformazione dei sistemi elettrici europei, in quanto l’eolico e il solare diventeranno la fonte di energia dominante per raggiungere lo zero netto. Tuttavia, la transizione non può essere realizzata solo dalle energie rinnovabili. Affinché l’UE possa continuare a beneficiare dei costi competitivi delle energie rinnovabili, abbiamo urgentemente bisogno di una riforma del mercato che garantisca la sicurezza dell’approvvigionamento e fornisca chiari segnali di mercato agli investitori per incoraggiare investimenti molto più consistenti nelle tecnologie di bilanciamento flessibile dell’energia".

Cos’è il bilanciamento energetico? Si fa riferimento a un insieme di attività mediante il quale il gestore di rete e della fornitura energetica monitora l’uso e la quantità di elettricità e gas necessarie nei diversi impianti di stoccaggio, trasporto e distribuzione. La scopo principale è quindi quello di mantenere in equilibrio la rete, bilanciando l’energia immessa e prelevata, a seconda della domanda dell'utenza. Questo sistema supporta la salute della rete stessa senza farla andare "sotto pressione", assicurando il flusso di energia e la sicurezza delle strutture. Per questo si richiede alle aziende una certa "flessibilità" sui tempi di acquisizione dell'energia. Ovviamente il bilanciamento è maggiormente garantito dall'utilizzo di più fonti energetiche contemporaneamente: le rinnovabili da sole, essendo intermittenti e non programmabili, non garantiscono ancora la stabilità dell'approvvigionamento. La tecnologia, quindi, dovrà aiutare nella realizzazione degli obiettivi legati alle zero emissioni, continuando a garantire la sicurezza della rete, anche quando ci sarà un drastico calo dell'utilizzo delle fonti fossili. 

La ricerca di Wärtsilä: dati e raccomandazioni

Per arrivare a raggiungere gli obiettivi delle zero emissioni e della decarbonizzazione i ricercatori Wärtsilä ritengono che l’Europa debba disporre di almeno 1.100 GW di capacità rinnovabile entro il 2030. Queste cifre garantirebbero anche la sicurezza energetica. Tuttavia per essere affidabile il sistema dovrebbe essere supportato da 19 GW di nuova capacità flessibile di gas e 50 GW di stoccaggio dell’energia per far fronte ai periodi di scarsa produzione.

Per questo, secondo la ricerca di Wärtsilä, la Commissione europea dovrebbe riformare la struttura del mercato dell’energia. Ma come? Ecco i principali punti su sui la Commissione dovrebbe lavorare:  

  • la definizione di un quadro normativo agnostico in chiave tecnologica per creare un mercato nuovo in grado di attrarre investimenti per sostenere le fonti di energia rinnovabile;
  • il miglioramento della trasparenza dei prezzi per far crescere servizi di capacità di bilanciamento flessibile per le energie rinnovabili;
  • accordare segnali di prezzo forti e granulari.

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Obiettivi Net Zero: a che punto è l'Italia?

"Gli ultimi risultati della modellizzazione europea sono in linea con il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030, che mostra come l’Italia possa ottenere benefici maggiori di qualsiasi altro paese in Europa anticipando la capacità di energia rinnovabile prima del 2030. Costruendo rapidamente la nostra capacità di energia rinnovabile, supportata da sistemi di generazione altamente flessibili, l’Italia può soddisfare gran parte della sua domanda di elettricità ottenendo bassi costi, energia pulita, e una drastica riduzione della dipendenza dal gas. La revisione del PNIEC programmata a breve dovrà, insieme alla promozione dell’efficienza energetica, necessariamente tenerne conto."

E’ il commento di Marco Golinelli, Senior Business Development Manager di Wärtsilä Energy Italia, il quale fa chiarezza sulla situazione del nostro Paese

Ma lo studio di Accenture dal nome "Accelerating global companies toward net zero by 2050", pubblicato lo scorso novembre, mette in evidenza un problema: in Italia solamente un'impresa su 5 potrebbe raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2050 e la neutralità climatica.

Cosa si intende per Neutralità climatica? Energit.it ha spiegato che è "l'equilibrio tra le emissioni nocive di origine antropica e l'assorbimento delle stesse". Lo scopo è quindi quello di azzerare entro il 2050 emissioni nette di CO2 e gas serra (o altre emissioni nocive).

Sempre secondo Accenture, su un campione di 2.000 realtà analizzate, le imprese europee hanno superato quelle statunitensi in merito alle sfide collegate alla transizione energetica (il 51% contro il 28%). Diverse realtà nostrane hanno colto la volontà dei clienti, che richiedono soluzioni e servizi sempre più green. Ma allora perché solo poche società riusciranno a raggiungere gli obiettivi?

Ecco la risposta di Sandro Orneli, Europe Sustainability Strategy Lead di Accenture:

Alle attuali condizioni circa il 20% delle imprese italiane è in grado di raggiungere gli obiettivi net-zero al 2050. Un dato che conferma il maggior impegno delle realtà europee nei confronti di queste sfide rispetto a quanto accade negli Stati Uniti. L’80%, però, è consapevole di un ritardo che incide sui risultati finali e che richiede un percorso nuovo, una trasformazione accelerata: non si tratta più di avviare un percorso di cambiamento ma di farlo a ritmi sostenuti. Per riuscirci servono tecnologie e competenze.

La società propone l'implementazione di tecnologie avanzate, come:

  • cloud;
  • intelligenza artificiale;
  • digital twin.

Ma teme che tutto ciò sarà possibile solamente per il 7% delle aziende italiane. 

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