Ricarica veicoli elettrici: cosa succede ai fondi del Pnrr?

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ricarica veicoli elettrici

Pubblicato da Carmela Maggio il 27/01/2023  ||  ⏳ tempo di lettura 2 min.

I fondi del Pnrr che finanziano le stazioni di ricarica dei veicoli elettrici in Italia rischiano di essere persi. Parliamo di  713 milioni di euro. Il motivo? Il decreto attuativo ha dei punti critici che possono portare alla perdita dei 21mila punti di ricarica finanziati dall’Unione europea. Entro la fine del 2025 in Italia si dovrebbero installare: 

  • 7.500 centri di ricarica per i veicoli elettrici sulle strade extraurbane; 
  • 13.766 stazioni di ricarica nelle città.

Dovrebbero avere potenza diversa

Ma come ogni decreto se non ci sono delle leggi che regolamentano l’attuazione rimane nullo oppure insorgono difficoltà. Vediamo perché.

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Cosa prevede il Decreto per la ricarica dei veicoli elettrici del Pnrr?

Il MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) ha pubblicato il riassunto del decreto de Governo per 21.000 stazioni, ossia colonnine di ricarica per veicoli elettrici sulle superstrade e nei centri urbani entro i prossimi anni. Entrando nel dettaglio, il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica regola la modalità di accesso mediante gare per l’installazione di ricarica per veicoli elettrici entro la fine del 2025. L’investimento finanzia il 40% del prezzo della realizzazione delle colonnine con:

  • infrastrutture da 175 kW (super veloci) sulle superstrade;
  • stazioni da 90 kW nei parcheggi urbani.

Perché ci sono problemi per le stazioni di ricarica dei veicoli elettrici con i fondi Pnrr? Cosa si rischia?

Il rischio primario è la perdita dei soldi del Pnrr per le colonnine di ricarica delle auto elettriche. Di fatto, quando non si regolamentano le misure attuative possono sorgere dei problemi. I fondi Pnrr aiutano a realizzare strutture di ricarica per veicoli elettrici dal valore totale di 713 milioni di euro, ma senza un intervento rapido del Governo si rischia la perdita del finanziamento.

Scadenze, l’incompatibilità con le tempistiche indicate dal decreto, la location, cioè dove verranno installate le colonnine di ricarica per i veicoli elettrici, le quali non rispecchiano le esigenze di chi guida, sono tutti i problemi da risolvere per non rischiare di perdere i fondi del Pnrr. Infatti, la conferma della criticità delle scadenze arriva direttamente da Motus-E (associazione italiana che supporta la mobilità) su una nota:

Le scadenze indicate per la presentazione dei progetti sono inconciliabili con i tempi necessari per il via libera alle infrastrutture da parte delle amministrazioni locali. Senza una modifica urgente o la creazione di una ‘fast track’ autorizzativa, potrebbe essere letteralmente impossibile usare i fondi a disposizione.

A seguire le parole del segretario generale di Motus-E, Francesco Naso:

Chi guida un’auto elettrica sa bene che il suo utilizzo presuppone delle routine diverse dal passato. Spesso durante le ricariche si fa altro, sfruttando le colonnine situate nei parcheggi presso gli uffici, le attività commerciali o quelle ludiche. Rimanere fermi in un benzinaio, generalmente sprovvisto di attività non-oil, non è sicuramente la soluzione migliore e più sicura per gli utenti, specialmente se il distributore si trova in zone isolate. Il tempo a disposizione per intervenire è poco. Ma l’esecutivo ha tutti gli strumenti e le competenze per risolvere il problema e garantire un utilizzo efficace delle risorse messe a disposizione dalla Commissione Ue.

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