Idrogeno verde: più economico se prodotto da mare e metano
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Pubblicato da Carmela Maggio e revisionato da Marina Lanzone il 28/02/2023 || ⏳ tempo di lettura 2 min.
Meno emissioni nell’atmosfera, più energia pulita, per cui "sì all’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili, no a quello generato da combustibili fossili". È questo il tema centrale di una ricerca australiana, da cui emergerebbe che produrre idrogeno verde direttamente dall'acqua del mare ha un costo più basso rispetto alla produzione attuale, molto meno economica perché:
- sfrutta grandi quantità di acqua dolce o desalinizzata;
- impiega molta energia.
La crisi climatica continua il suo corso, ma il mondo intero ormai è intenzionato a cambiare la rotta verso un pianeta più pulito. Nel campo dell’energia ci sono diverse fonti rinnovabili, una tra queste è proprio l’idrogeno verde: un grande sostegno per la transizione energetica.
Lo sapevi? Curiosità! Perché si chiama idrogeno "verde"? Rispetto all'idrogeno blu e grigio, viene prodotto con energia pulita, ed è per questo reputato rinnovabile al 100%. Non impatta, infatti, sull’ambiente e non produce emissioni, a differenza degli altri due.
Lo studio australiano sull’idrogeno verde da acqua del mare
Come si produce in genere l’idrogeno verde? Per la produzione di questo vettore sostenibile occorre un elettrolizzatore alimentato da energia elettrica green per trasformare l'acqua in idrogeno.
Nella ricerca dell’Università australiana Royal Melbourne Institute of Technology (RMIT), pubblicato sulla rivista scientifica Small, la produzione dell'idrogeno verde avviene con l'utilizzo di acqua marina non desalinizzata, tramite il processo di elettrolisi, mantenendo i costi bassi.
Il metodo sviluppato dagli australiani ha come protagonista un catalizzatore in grado di evitare la produzione di cloro tossico e funzionare solo con acqua di mare.
Questa invenzione potrebbe ridurre il costo degli elettrolizzatori. In questo modo in Australia si potrebbe arrivare ad abbassare il prezzo della produzione di idrogeno verde a 2 euro al kilo, in competizione con quello dell’idrogeno ottenuto da combustibili fossili. Questa molecola potrebbe così essere utilizzata in vari modi diversi dai trasporti, all’energia e alle industrie.
La prima fase è quella di creare un prototipo funzionante di reali dimensioni con lo scopo di produrre maggiore idrogeno verde, usando l’approccio innovativo emerso dalla ricerca.
Analogamente in Italia e in Cina...
Anche in altri paesi del mondo troviamo studi simili a quello australiano. L’Università di Genova, ad esempio, coordina un progetto chiamato "PROMETH2eus – Produzione di H2 verde da acqua di mare tramite elettrolizzatore innovativo operante ad alta temperatura con integrazione in processo power-to-METhanol". Quest’ultimo è finanziato dal MiTe (Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica) con i fondi del Pnrr. La missione è quella di realizzare un elettrolizzatore innovativo a ossidi solidi, alimentato sempre da acqua marina.
A chilometri di distanza, un gruppo di ricercatori e scienziati cinesi dell’Università di Shenzhen, di Sichuan e della Southwest Petroleum University hanno trovato un metodo efficiente per scomporre l'acqua marina in idrogeno verde con l’elettrolisi diretta, funzionante per mesi senza problematiche. Hanno ipotizzato che la scissione elettrochimica dell’acqua salata in idrogeno verde dovrebbe avere un sistema di depurazione e desalinizzazione a monte: il sale in alte concentrazioni, infatti, rovina gli ingranaggi dei macchinari e rallenta moltissimo il processo di elettrolisi. L'aggiunta di questo nuovo meccanismo renderebbe, invece, le operazioni di produzione generalmente più economiche.
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La ricerca britannica per convertire il metano in H2 verde
Allo stesso tempo, alcuni scienziati britannici della University of Surrey d’Inghilterra hanno progettato dei catalizzatori innovativi per convertire metano in idrogeno verde: un punto di svolta per aiutare il processo, poiché questi catalizzatori sono convenienti dal punto di vista economico. Gli scienziati hanno trovato precisamente un modo che permetterebbe di sviluppare catalizzatori privi di metallo, efficienti e sostenibili: grazie ai nano-carboni con l’aggiunta di azoto e fosforo. Questi strumenti sarebbero molto diversi dai tradizionali catalizzatori metallici usati tuttora per la conversione dell’idrogeno dal metano.
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