"La decarbonizzazione costa meno della diversificazione energetica", lo studio che punta tutto sulle rinnovabili

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energie rinnovabili più economiche della diversificazione

Pubblicato da Federica Scaramuzzi il 23 novembre 2022  ||  ⏳ tempo di lettura 2 min.

Le fonti di energia rinnovabile possono essere una validissima alternativa al consumo illimitato di risorse che sono invece limitate. In tutto il mondo si sta pensando di effettuare la famosa transizione ecologica nel minor tempo possibile. Se la crisi climatica non è stato un segnale abbastanza forte per farci agire con sempre più velocità, di sicuro la crisi energetica ha purtroppo svegliato molte più coscienze. 

La cosiddetta “energia pulita” sarà la vera protagonista dei prossimi anni: l’Italia dipende fortemente dall’importazione di paesi esteri per il suo fabbisogno energetico

In nostro paese e i suoi sforzi verso il raggiungimento di un’indipendenza energetica sono al centro dello studio pubblicato sul Journal of Cleaner Production denominato "Towards a dramatic reduction in the European Natural Gas consumption: Italy as a case study”. Non è conveniente, né di rapida risoluzione, intraprendere investimenti che non siano rivolti a fonti rinnovabili di energia. 

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"La decarbonizzazzione costa meno della diversificazione", afferma l'autore principale dello studio, Lorenzo Mario Pastore, del dipartimento di Ingegneria Astronautica, Elettrica ed Energetica della Università La Sapienza di Roma.

Le sofisticate simulazioni matematiche hanno dimostrato come sarebbe sufficiente investire un minimo di 20 miliardi di euro nelle energie rinnovabili per ridurre il consumo di gas di quasi 40 TWh. Il beneficio economico che se ne potrebbe trarre è di 45 euro al MWh. Di conseguenza un investimento di 80 miliardi di euro ridurrebbe i costi di circa 70 €/MWh.

Le attuali trivellazioni non si muovono in questa direzione e remerebbero contro le pratiche condivise per mantenere la temperatura del nostro pianeta sotto l’aumento di 1.5 gradi centigradi. Gli stessi autori dello studio definiscono i nuovi gasdotti e impianti di rigassificazione come “un investimento a lungo termine che contraddice la necessità di una rapida decarbonizzazione dei sistemi energetici" e possono "togliere capitale agli investimenti verdi".

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