Esplosione gasdotto russo: quali conseguenze?
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Pubblicato da Federica Scaramuzzi il 22 dicembre 2022 || ⏳ tempo di lettura 2 min.
Un tratto di uno dei principali gasdotti che approvvigiona l’Europa è esploso durante dei lavori di manutenzione.
Lungo il gasdotto Urengoy-Pomary-Uzhgorod vengono trasportati i gas dal giacimento di Urengoy, nella Siberia nord-occidentale, fino all'Ucraina. Da qui si arriva diretti in Europa. Tale inconveniente ha immediatamente allarmato la borsa energetica che ha ovviamente reagito innalzando i prezzi.
Parliamo dei future TTF di Amsterdam che all’inizio di giornata sono arrivato a sfiorare i 100 euro al megawattora, innalzati bruscasmente del 6,6% (toccando i 115 euro), per poi ridimensionare i rialzi all'1,3%, a 110 euro.
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Il gasdotto ha una lunghezza di 4.500 chilometri con un diametro di 1.42 metri e, da qui, Gazprom prevedeva di pompare 43 milioni di metri cubi di gas verso l'Europa attraverso l'Ucraina nelle prossime 24 ore.
Una delle due ramificazioni giunge in Austria, da dove il gas viene smistato verso Italia, Ungheria, Slovenia e Croazia. Non è la prima volta che tale gasdotto subisce degli incidenti di questa entità: nel 1983, un incendio distrusse parte del sistema elettronico di controllo di una stazione di compressione a Urengoy. Tra il 2007 e il 2014 si sono registrate ben quattro esplosioni in territorio ucraino.
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