Istruttoria dell’Antitrust su Poste Italiane: ostacolo o risorsa per il mercato luce e gas?
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Nei mesi scorsi, l’Antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) aveva iniziato un’indagine su Poste Italiane, ritenuta responsabile di ostacolare la concorrenza del settore energetico. L’ultimo decreto omnibus del Governo Meloni, però, include una norma che sembra andare proprio a favore di Poste.
Una vicenda piuttosto intricata e che non sembra, per ora, trovare una soluzione certa. Ricapitoliamo il tutto prima di addentrarci nei dettagli.
Poste Italiane e la concorrenza nel settore energetico - le cose da sapere
Poste Energia, il fornitore luce e gas del gruppo Poste Italiane, promuove le proprie forniture attraverso la fitta rete di uffici postali sparsi per tutto il territorio italiano.
1️⃣ Cosa è successo?
- Altri operatori energetici, come A2A Energia e Iren, hanno richiesto di poter promuovere le loro offerte tramite lo stesso canale, ricevendo però un rifiuto. Un'apposita istruttoria Antitrust aveva dato ragione alle due società.
2️⃣ Qual è stata l'iniziativa del Governo?
- Una norma del recente decreto-legge "omnibus", in sostanza, ha dato ragione a Poste Italiane, difatti smentendo le conclusione dell'indagine Antitrust.
3️⃣ E adesso?
- Non sono ancora chiare le implicazioni legali, né se la norma inclusa nel decreto omnibus verrà davvero applicata.
4️⃣ Come orientarsi nel mercato?
- Tutta la vicenda può confondere i clienti luce e gas, non mettendoli in condizione di valutare correttamente le offerte del mercato libero. Se vuoi una mano a scegliere in maniera consapevole, contatta gli Esperti di Selectra allo 02 8295 8097. 02 8295 8097.prendi un appuntamento con un esperto di Selectra.
Dove nasce il problema
Cerchiamo di fissare i punti principali della questione:
- tutto comincia all’inizio del 2023, con l’entrata sul mercato di Poste Energia, fornitore luce e gas del gruppo Poste Italiane. Le tariffe di questo operatore vengono pubblicizzate nella rete di uffici postali sparsi in tutta Italia, di cui si servono oltre decine di migliaia di clienti ogni giorno. È come se si trattasse di una rete di centri assistenza dai numeri semplicemente impensabili per ogni altra compagnia del settore energetico. Per mettere il tutto in prospettiva, Poste Italiane dispone di oltre 12mila uffici. Enel Energia, uno dei più importanti player del mercato energetico italiano, non arriva a 1.000;
- l’iniziativa ha avuto grande successo, considerando che Poste Energia ha guadagnato 500mila clienti in un anno, e questo non è passato inosservato. Si tratta, secondo Antitrust, di un possibile caso di ostacolo alla concorrenza, per motivazioni piuttosto semplici da comprendere. Mentre si è allo sportello per pagare la bolletta del proprio fornitore attuale, è possibile ricevere informazioni sulla proposta commerciale di un altro operatore (ovvero Poste Energia), e magari sottoscrivere una nuova offerta;
- alcune società concorrenti (A2A Energia e Iren su tutte) hanno richiesto a Poste Italiane di avere accesso allo stesso canale di comunicazione, ovvero gli uffici postali, per la promozione delle loro tariffe. Poste però ha rifiutato, sostenendo di essere esente dagli obblighi della concorrenza grazie al progetto Polis (quello che permette, tra le altre cose, il rilascio dei passaporti negli uffici postali).
Il risultato? L’istruttoria di Antitrust, iniziata a febbraio 2024 e ripartita tra giugno e luglio 2024, ha dato ragione alle aziende che per prime avevano segnalato il caso. Con il suo comportamento, infatti, Poste Italiane avrebbe tratto vantaggio indebito dalla sua posizione di monopolio nei servizi postali.
Anche la pretesa di esonero dalla concorrenza sulla base del progetto Polis sarebbe stata respinta. L’esenzione sarebbe stata applicabile al massimo per i centri dei comuni più piccoli, mentre invece Poste avrebbe pubblicizzato le sue offerte luce e gas in qualsiasi ufficio.
Antritrust, perciò, ha chiesto a Poste Italiane di correggere il tiro, e di dar modo anche agli altri competitor del settore luce e gas di pubblicizzare le loro offerte negli uffici postali. Questo, almeno, fino all’arrivo del decreto omnibus…
L’iniziativa del Governo
Prima della pausa estiva, il Governo Meloni ha approvato il decreto-legge “omnibus” (cioè il DL 9 agosto 2024, n. 113). Al comma 2 dell’articolo 10, si legge dell’abrogazione del comma 2-quater dell’articolo 8 della legge 10 ottobre 1990, n. 287. Si tratta di una delle fonti di riferimento in tema di concorrenza; il passaggio soppresso riguardava proprio le aziende che operano in regime di monopolio e che svolgono servizi di interesse generale, come Poste Italiane, che dovevano favorire la concorrenza garantendo l’accesso agli stessi strumenti di cui possono servirsi.
In sostanza, il comma eliminato diceva che Poste avrebbe dovuto mettere a disposizione dei suoi competitor gli uffici postali per la promozione delle loro offerte. Abrogando questa norma, difatti, il Governo ha dato ragione a Poste Italiane, eliminando gli ostacoli normativi sui quali si basavano le indagini di Antitrust.
Perché il Governo ha dato ragione a Poste?
Non ci sono elementi per sostenere che il Governo abbia voluto direttamente aiutare Poste Italiane tramite l’abrogazione della norma citata in precedenza. Di certo c’è che:
- Poste beneficerà di questa iniziativa;
- lo Stato italiano detiene parte di Poste;
- entrambi possono trarre vantaggio da questa situazione.
Nello specifico, lo Stato possiede una quota diretta di Poste del 29% (tramite il Ministero dell’Economia) e una indiretta del 35% (attraverso Cassa Depositi e Prestiti). Il Governo sarebbe intenzionato a vendere parte della sua partecipazione, puntando a ricavare oltre 20 miliardi di euro in tre anni nell’ambito di un complesso piano di privatizzazioni.
Come suggerisce il Post.it, garantire per legge a Poste un vantaggio concorrenziale in un settore strategico (e redditizio) come quello energetico potrebbe far aumentare il valore dell’azienda, portando così a maggiori guadagni per lo Stato in caso di vendita. Al momento, però, si tratta solo di ipotesi, e difatti risulta difficile pensare che sia stata approvata una norma che avvantaggia una singola società a partecipazione pubblica.
Che succede adesso?
Le conseguenze legali della vicenda non sono ancora chiare, tenendo conto soprattutto che il decreto-legge “omnibus” deve essere ancora convertito in legge. Pertanto, è possibile che la norma di cui abbiamo discusso finora venga modificata o addirittura eliminata. Nel caso tutto ciò non avvenisse, i prevedibili ricorsi alla giustizia europea potrebbero rimettere comunque tutto in discussione.
La vicenda assume risvolti ancora più significativi ora che il settore energetico è definitivamente passato al mercato libero. Garantire una concorrenza equa e leale tra le numerose aziende che cercano di accaparrarsi le preferenze dei consumatori appare ora più importante che mai, ed è anche per questo che l'episodio che coinvolge Poste Energia assume un notevole rilievo.
Insomma, tutta questa confusione non aiuta di certo i consumatori finali. Se hai dubbi o vuoi orientarti meglio tra le tante proposte degli operatori energetici, allora, sfrutta il confronto delle migliori offerte luce e gas, curato dagli esperti di Selectra . Troverai la chiara indicazione di prezzi e caratteristiche delle varie tariffe, così da avere tutte le informazioni necessarie a prendere una decisione informata.