In arrivo nuovi prezzi ARERA. La crisi del gas è finita?

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crisi gas no fine
Il prezzo del gas salirà nel prossimo mese? E le bollette? Cosa accadrà dopo l'estate. Scoprilo, leggendo questo articolo.

Pubblicato da Marina Lanzone il 1 giugno 2023  || ⏳ tempo di lettura 7 min.

L'ARERA presto comunicherà il valore del PSV per il mese di maggio. I prezzi del gas continueranno a scendere o riprenderanno a salire? E le bollette? Ne abbiamo parlato con un esperto, per capire quanto siamo vicini alla fine della crisi del gas.

Era aprile 2021 quando i prezzi del gas hanno iniziato la loro lenta risalita. Con lo scoppio della guerra in Ucraina, la situazione è nettamente peggiorata, fino a toccare l'apice dei 2,498€/Smc nell'agosto 2022. Dopo l'estate dello scorso anno, il costo medio mensile ha ripreso a scendere e adesso è finalmente giunto ai livelli pre-conflitto.

Grazie al grafico qui sotto puoi farti un'idea di come sono variati i prezzi in questi due anni. 

Quindi a che punto della crisi del gas siamo? I dati dell'ARERA possono darci una prima idea della situazione: a giorni l'Autorità di Regolazione Energia Reti e Ambiente comunicherà i nuovi costi mensili del gas all'ingrosso (PSV). Saranno in discesa o in salita? Ne abbiamo parlato con il professor Massimo Nicolazzi, docente dell'Università di Torino in Economia e Management ed esperto del settore energetico. 

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Prezzi gas scenderanno ancora? E cosa accadrà alle Bollette del mercato tutelato?

"Ipotizziamo che gli ultimi tre giorni di maggio quotino marginalmente sopra 27, verrebbe un Cmem di 34,0698 €/MWh (pari a 0,3602 €/Smc)".

Massimo Nicolazzi, docente universitario ed esperto mercato gas

Stando a queste stime, quindi, ci sono ottime probabilità che il PSV continui a calare per il mese di maggio.

Ricorda! A partire da ottobre 2022, dopo la precedente impennata estiva, l'ARERA aggiorna i prezzi del gas nel tutelato tutti i mesi. Questo metodo permette di seguire meglio l'andamento del mercato in un periodo come questo, caratterizzato dalla volatilità.

Quanto alle bollette del mercato tutelato, invece, dobbiamo aspettare le comunicazioni ufficiali dell'ARERA. Perché il prezzo finale tiene conto anche di altri fattori oltre al costo della materia prima. Il mese scorso, ad esempio, mentre il PSV era ancora in calo, le bollette del gas nella tutela hanno subito un aumento di oltre il 22%. Il rialzo è stato determinato dal ritorno parziale della componente UG2 (una quota degli oneri di sistema presenti in fattura), come previsto dal Decreto Bollette di marzo 2023

Nel complesso, quindi, i dati sembrano essere abbastanza confortanti, tanto da far pensare che la crisi-energetica e il caro-bollette possano essere solo dei lontani ricordi. Ma è davvero così? 

Fine crisi del gas: cosa può andare storto? 

Secondo il professor Massimo Nicolazzi affermare che la crisi del gas è vicina alla sua fine è un po' azzardato. 

"Ci sono tre cose che sostanzialmente pesano sulla fine o meno della crisi: una è il prezzo attuale del gas. Se si vanno a consultare i Dutch TTF Natural Gas Futures, leggiamo: giugno 24.75, luglio 24.99, agosto 26.51, settembre 29, a ottobre andiamo a 32.5, fino a quasi 40 di novembre. Questo non ha nessun significato concreto perché il prezzo è determinato anche da operazioni in tempo reale. Però questi dati ci segnalano che il mercato sembra credere che in autunno i prezzi saliranno. Poi c’è l’incognita climatica: questo inverno abbiamo avuto più bisogno dell’aria condizionata che della caldaia. Alcuni cittadini privati devono quindi aver preferito tenere i termosifoni a massimo 19 °C. Quest’anno c’è stata anche una diminuzione dei consumi industriali: questo cambiamento è dettato dalla cassa integrazione o dal fuel switch (cambio di carburante, ndr)? Perché se sono rappresentativi della prima condizione, finita la cassa integrazione ritorneranno i consumi industriali. Comunque finora abbiamo risparmiato rispetto all’inverno precedente 6 miliardi Smc di gas".

Spesso si parla però anche della Cina. In che modo, la sua lenta ripresa economica influenza il prezzo del metano in Europa?

"Abbiamo sentito sempre più parlare del GNL: un mercato che dal punto di vista della logistica è globale, perché gira su nave e può arrivare ovunque. A livello di prezzi, però, è ancora “regionale”, questo è il motivo per cui da noi il gas costa molto di più rispetto all’America. Ciò significa che quando la Cina aumenterà i consumi, ripartirà la competizione Europa-Asia per aggiudicarsi l’ultima metaniera. L’aumento della domanda dalla Cina stimolerebbe nuovamente l’esportazione dagli Stati Uniti e questo rimetterebbe in tensione i prezzi del gas".

Massimo Nicolazzi, professore universitario ed esperto mercato gas

Stoccaggi e acquisto metano: come ci stiamo preparando al prossimo inverno?

Sebbene la stagione invernale si sia appena conclusa, i grandi gruppi energetici pensano già al prossimo inverno. 

Come funzionano generalmente i meccanismi di acquisto del gas e gli stoccaggi?

"Gli stoccaggi si fanno in vari modi. L’anno scorso è stato reso necessario un finanziamento pubblico, perché nessun operatore voleva riempire i rimessaggi. Di solito tutto ciò che arriva via tubo è controllato da contratti a lungo termine, mentre quasi tutto il Gnl no".

Massimo Nicolazzi, professore universitario ed esperto energia

È per questo che il prezzo del gas è così volatile?

"Certamente. Adesso non riusciamo infatti a fare nuovi contratti lunghi. La mancanza di parte degli approvvigionamenti russi fa sì che abbiamo bisogno di un 20% di gas da altre fonti. Difficile però mettere su in poco tempo un sistema totalmente o quasi rinnovabile. Quindi abbiamo dovuto acquistare gas non russo".

Massimo Nicolazzi, docente università di Torino ed esperto energia

Previsioni per il prossimo anno: da chi compreremo il gas?

"Premessa: queste decisioni non le prende la politica. Credo che l’immagine meno realistica di tutta la crisi del gas sia quella della presidente della Commissione europea (Ursula von der Leyen, ndr) commossa vicino al presidente degli Stati Uniti Biden, che sosteneva che gli americani ci avrebbero dato il gas. Ma Biden non manovra questi fili. Sono i grandi gruppi energetici a decidere. Noi in Italia abbiamo nuova capacità di liquefazione che sta entrando in pista nel giro di un paio d’anni. Gli Stati Uniti stanno aumentando le esportazioni di GNL per esempio. C’è poi da dire che recentemente la Cina ha firmato con gli Usa dei contratti con durata variabile media di 19-23 anni. Con alcuni amici ho teorizzato, quindi, che potrà accadere di comprare gas americano “ridipinto di giallo” (in realtà cinese, ndr)".

Massimo Nicolazzi, professore e conoscitore del mercato gas

Che fine ha fatto la Russia?

In questo triangolo tra Stati Uniti, Europa e Cina si sente la mancanza di un'altra pedina: la Russia. L'inizio della guerra in Ucraina ha reso i suoi rapporti tesi con l'Occidente: da essere il primo paese esportatore di gas in Italia, nel giro di un anno, l'import dalla Russia ha perso circa l'80% (fonte il Sole24Ore). 

Ecco l'opinione del professor Nicolazzi: 

"La Russia è un paese che secondo me è in via di inviluppo, perché non ha saputo evolvere a un modello di generazione di ricchezza che non fosse in maniera preponderante basato sull'esportazione di materie prime (gas, ma anche petrolio e carbone). Le materie prime viaggiano su strutture che non si costruiscono in una notte: i gasdotti per esempio nel caso del metano. Il gas russo quindi va dove va il tubo, a differenza del GNL che va dove va il denaro".

Perché non puntare allora sul Gnl per rafforzare nuovamente i rapporti con l’Europa?

"Anche i rigassificatori non si costruiscono dalla mattina alla sera. La Russia ha aumentato nell’ultimo anno le esportazioni in Europa di Gnl, anche di una percentuale abbastanza alta. Il Gnl, va ricordato, è commercializzato non da Gazprom ma da TotalEnergies. Questo è il motivo per cui si fa meno caso alla questione.
Tutto ciò si intreccia con un altro tema: il processo di decarbonizzazione. Da un lato l’Europa dice alla Russia che non vuole essere più suo cliente, dall’altro la Cina afferma di voler raddoppiare i suoi consumi di gas nel prossimo decennio. Se ci fosse da costruire un nuovo gasdotto, da quale parte lo costruirebbe lei?"

Massimo Nicolazzi, professore ed esperto mercato gas nazionale e internazionale

Dalla parte della Cina, senza dubbio.

"Ricordi che dove c’è sussidio c’è impresa. Gli investimenti in Europa sul fossile sono diminuiti".

Massimo Nicolazzi, docente università di Torino ed esperto mercato energetico

Ma allora, in vista degli obiettivi NetZero 2050, non sarebbe più saggio sostituire direttamente il gas russo con le fonti rinnovabili?

"Secondo l’ultimo rapporto del Renwable Energy Report 2023, di questo passo nel 2030 raggiungeremo solo la metà degli obiettivi di decarbonizzazione prefissati. Purtroppo, avevamo dei rigassificatori galleggianti già costruiti ed era più facile così garantire la sicurezza energetica. Siamo stati costretti. Da che mondo è mondo, la sicurezza energetica è sempre stata la capacità di accumulare risorse. Se le cose vanno male, io devo avere un’alternativa e una riserva. Lungi da me difendere il fossile. Ma ne abbiamo ancora bisogno così come degli investimenti non rinnovabili. Ricordiamo che la transizione energetica è appunto un passaggio. Non possiamo quindi eliminare il fossile dall’oggi al domani".

Massimo Nicolazzi, professore università di Torino ed esperto energia

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