Bollette pesanti: quanto pagheremo per la crisi del gas 2022?

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Costo crisi in bolletta gas.
Gli effetti della crisi del gas del 2022 potrebbero farsi ancora sentire in bolletta in futuro: a cosa è dovuto tutto ciò?

Le turbolenze dell’estate 2022 potrebbero farsi ancora sentire prossimamente. Il gas acquistato a prezzi elevati da Snam e GSE durante i mesi più acuti della crisi ora viene rivenduto al ribasso, causando minusvalenze per 4,8 miliardi di euro: da chi verranno pagate?

Nell’agosto 2022, il mercato energetico era in totale subbuglio. La guerra tra Russia e Ucraina, cominciata pochi mesi prima, iniziava solo allora ad avere conseguenze reali sull’intera Europa, dando il via a una vera e propria corsa al riempimento dei depositi di gas in vista dell’inverno.

Adesso, lo sforzo fatto l'anno scorso per garantire le quantità adeguate di gas potrebbe riservare un’ennesima amara sorpresa. Riepiloghiamo brevemente cos’è successo.

Crisi gas 2022: perché si fa ancora sentire?
Il contestoLa dinamicaLe conseguenze
Nell'estate del 2022, la crisi energetica causata dal conflitto tra Russia e Ucraina ha spinto gli Stati europei a riempire gli stoccaggi di gas in vista dell'inverno.Il prezzo del metano molto alto ha costretto gli operatori ad acquistare il gas a condizioni svantaggiose pur di riempire gli stoccaggi.Col passare del tempo, le quotazioni del gas sono scese, e le vendite hanno generato minusvalenze che rischiano di ripercuotersi sui clienti finali.

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L’estate nera dei prezzi del gas del 2022

Torniamo indietro al 2022. Il conflitto tra Russia e Ucraina era scoppiato da pochi mesi, e una delle prime conseguenze per gli Stati europei riguardava la gestione energetica. La Russia, principale esportatore di metano verso l’Italia, la Germania e altri Paesi, iniziava a chiudere i rubinetti, causando allarme e preoccupazione per l’inverno che sarebbe iniziato da lì a poco. Questa situazione ha prodotto, tra gli altri, due effetti:

  • con l’offerta in calo e la domanda in aumento in vista dell’inverno, le quotazioni all’ingrosso del gas sono schizzate alle stelle. Alla fine di agosto si è arrivati a toccare i 350 €/MWh, mentre il dato dell’anno prima si aggirava sui 20 €/MWh;
  • l’Unione Europea, temendo conseguenze concrete per i cittadini durante i mesi invernali, ha chiesto di riempire i depositi di metano degli Stati membri di almeno il 90%.

All’epoca, il Governo guidato da Mario Draghi si è dovuto affidare a Snam e GSE per acquistare i quantitativi di gas sufficienti, così da accelerare il cosiddetto “Servizio di Riempimento degli Stoccaggi di Ultima Istanza”

I più attenti sapranno che questi due soggetti, di norma, non si occupano di acquistare gas sui mercati. Infatti:

  • Snam gestisce le attività di trasporto, stoccaggio e rigassificazione del gas naturale in Italia;
  • GSE (Gestore Servizi Energetici), tra le altre cose, è garante dello sviluppo sostenibile in Italia attraverso la promozione delle fonti rinnovabili.

Perché non furono altri operatori, che “di mestiere” vendevano e acquistavano gas, a occuparsi dell’operazione? Perché all’epoca erano pochi i soggetti che potevano pagare prezzi così alti (i già citati 350 €/MWh) per poi rischiare di rivendere a costi più bassi. Difatti, questo è proprio quello che è successo, visto che le quotazioni del gas sono scese col passare del tempo e la vendita del metano degli stoccaggi è avvenuta a prezzi inferiori. La differenza tra le quotazioni di acquisto e quelle di vendita ha portato a una minusvalenza decisamente importante.

Cosa sono le minusvalenze?

In questo articolo abbiamo citato più volte (e lo faremo ancora) la parola "minusvalenza". Con questo termine si indica la differenza negativa, in un dato periodo, del valore di un'attività finanziaria o reale, come appunto l'acquisto di gas all'ingrosso. Comprare a prezzi alti e rivendere a quotazioni più basse il metano, nel caso da noi analizzato, ha creato delle minusvalenze.

Le minusvalenze del costo del metano comunicate da ARERA

Tramite una nota pubblicata sul proprio sito ufficiale, ARERA ha comunicato a quanto ammontano le minusvalenze potenziali registrate da Snam e GSE. Questi alcuni dei dati principali sui quali concentrarsi:

  • i volumi di gas acquistati dai due operatori sono pari a 30,7 milioni di MWh;
  • a oggi, ne sono stati venduti circa 14,6 MWh. Di questi, 10,5 milioni di MWh sono già stati fatturati e pagati;
  • il prezzo medio d’acquisto è stato di 217,7 €/MWh. Le quotazioni attuali, invece, si attestano sui 30 €/MWh.

In totale, il costo di acquisto complessivo preventivato a inizio febbraio 2024 è di 6,68 miliardi di euro. Una cifra ingente, coperta solo in minima parte (350 milioni) dalla Legge di Bilancio 2023. Anche mettendo insieme ulteriori ricavi da cessioni consuntivati (circa 611 milioni) e stime di ricavi futuri (quasi 927 milioni), ne risulta comunque una minusvalenza di 4,8 miliardi di euro.

Considerando la grande forbice tra le quotazioni d’acquisto (217,7 €/MWh) e quelle attuali di vendita (30 €/MWh), riesce difficile pensare che Snam e GSE riescano a piazzare sul mercato i restanti quantitativi di gas, azzerando la minusvalenza. Chi si accollerà, allora, quest’onere?

La Neutrality Charge per pagare le minusvalenze

Il documento per la consultazione 588/2023/R/GAS di ARERA ha introdotto l'idea di una “Neutrality Charge”, ovvero una “componente aggiuntiva alla tariffa di trasporto”. Quest’ultima, a sua volta, ricadrebbe nella categoria delle spese legate al trasporto e gestione dei contatori del metano, ovvero una delle voci che va a formare il prezzo in bolletta del gas.

Pertanto, le minusvalenze fatte registrare da Snam e GSE in futuro potrebbero essere pagate dai contribuenti. Il valore sarebbe di 0,0232 €/Smc, che corrisponde a 2,1908 €/MWh

La misura sarebbe dovuta entrare in vigore dal 1 aprile 2024. Dato il dibattito ancora aperto a livello europeo sul tema, l'ARERA, però, ha deciso di rimandare l'introduzione di questa componente. Questa decisione è stata provvidenziale, visto che il prezzo del gas a maggio 2024 ha avuto generalmente un andamento al rialzo, segno che il mercato è ancora nervoso e piuttosto instabile. 

Quando e se la misura entrerà in vigore, è facilmente immaginabile che avrà un impatto sulle bollette degli italiani. Su voci come le spese per i contatori, infatti, gli operatori del mercato libero non possono intervenire, trattandosi di parametri imposti da ARERA. La competizione avviene invece sul costo della materia prima energia e metano, che cambia a seconda delle tariffe e delle varie compagnie. 

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In futuro c'è il pericolo di una nuova crisi energetica?

Purtroppo guerre, calamità e altri fattori esterni imprevedibili possono influenzare pesantemente i prezzi delle materie prime, portando a una nuova crisi energetica. Per fortuna l'Unione europea ha varato una serie di norme per prevenire che questo accada ancora con conseguenze disastrose, come accaduto nel 2022. Per saperne di più leggi: "Stop alle future Crisi Energetiche! Come? Arriva la riforma dell'Unione europea".

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