Quali sono i quattro pilastri del Green Deal Industrial Plan?
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Pubblicato da Federica Scaramuzzi il 3 febbraio 2023 || ⏳ tempo di lettura 2 min.
La Commissione europea ha presentato il Green Deal Industrial Plan per migliorare la competitività europea nel settore delle zero emissioni e supportare la transizione verso la neutralità climatica. Il piano mira a creare un ambiente favorevole per aumentare la capacità produttiva dell'UE nelle tecnologie e nei prodotti a emissioni zero per raggiungere gli obiettivi climatici ambiziosi dell'Europa.
Il Green Deal Industrial Plan è basato sul Green Deal europeo e su REPowerEU, il piano della Commissione UE per riuscire a raggiungere l’indipendenza dai combustibili fossili russi prima del 2030. È fondato su quattro pilastri fondamentali, andiamo ad approfondirli nel dettaglio.
Creare un ambiente normativo che possa essere sia prevedibile che semplificato
Il primo pilastro del Green Deal Industrial Plan mira a creare un quadro normativo semplificato che identifichi gli obiettivi industriali e fornisca un quadro adatto per la loro rapida attuazione. La Commissione proporrà una legge che promuova progetti strategici europei, implementi norme per lo sviluppo delle tecnologie nel mercato unico e garantisca autorizzazioni semplificate e rapide. Il quadro sarà integrato da una legge sulle materie prime critiche, al fine di garantire accesso ai materiali vitali per la produzione di tecnologie chiave e da una riforma del mercato elettrico per permettere ai consumatori di accedere a energie rinnovabili a costi più convenienti.
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Accelerare e facilitare l'accesso ai finanziamenti
La Commissione europea mira ad accelerare gli investimenti e i finanziamenti per la produzione di tecnologie pulite in Europa. Verranno utilizzati finanziamenti pubblici e progressi nei mercati dei capitali per sbloccare finanziamenti privati per la transizione verde. La stessa vuole garantire condizioni paritarie nel mercato unico, facilitando la concessione degli aiuti da parte degli Stati membri. Verranno considerate modifiche temporanee ai regolamenti sugli aiuti di Stato e verrà facilitato l'uso di fondi esistenti per finanziare l'innovazione. La Commissione sta anche esplorando opzioni per ottenere finanziamenti comuni a livello europeo.
Migliorare le competenze di tutti i partecipanti
Il terzo punto del piano si concentra sullo sviluppo delle competenze per i lavori legati alla transizione verde, poiché il 35-40% dei posti di lavoro potrebbe essere interessato da questa transizione. La Commissione propone di istituire accademie industriali Net-Zero per programmi di miglioramento delle competenze e riqualificazione nelle industrie strategiche. La Commissione esaminerà anche come implementare un approccio basato sulle competenze rispetto a quello già presente, che si basa sulle qualifiche. Valuterà inoltre come facilitare l'accesso dei cittadini di paesi terzi ai mercati del lavoro europei nei settori prioritari, oltre a misure per promuovere e allineare i finanziamenti pubblici e privati per lo sviluppo delle competenze.
Promuovere il commercio libero per costruire catene di approvvigionamento resilienti
L’ultimo pilastro del piano si concentra sulla cooperazione globale e il funzionamento del commercio per la transizione verde basati sulla concorrenza leale e sul libero scambio. La Commissione svilupperà accordi di libero scambio e altre forme di cooperazione con i partner, creando un Critical Raw Materials Club per garantire la sicurezza globale dell'approvvigionamento. Si impegnerà inoltre a proteggere il mercato unico dal commercio sleale nel settore delle tecnologie pulite e utilizzerà i suoi strumenti per garantire che le sovvenzioni estere non distorcano la concorrenza.
Come verranno aiutati gli Stati membri?
La Commissione europea sottolinea l'importanza di evitare la frammentazione del mercato unico e di garantire parità di condizioni. Si incoraggeranno gli Stati membri a utilizzare i fondi REPowerUE per offrire incentivi fiscali alle industrie a zero emissioni. Inizialmente, il Green Deal Industrial Plan si affiderà a REPowerEU e InvestEu, che si concentreranno sui progetti piuttosto che sugli Stati membri. In seguito, durante la revisione "del bilancio pluriennale proporremo un fondo per la sovranità", ha commentato così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.