Novità Superbonus e Bonus edilizi: cosa cambia esattamente?

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Superbonus e Bonus Edilizi

Pubblicato da Carmela Maggio e revisionato da Marina Lanzone il 20/02/2023  ||  ⏳ tempo di lettura 2 min.

Lo scorso 17 febbraio 2023 è stato un giorno decisivo per i beneficiari e le aziende che effettuano i lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico: il Governo Meloni ha deciso di effettuare dei cambiamenti ai Bonus edilizi ed energetici, mettendo la parola "fine" alla possibilità di poter ristrutturare la casa senza anticipare la spesa.

Quindi è ufficiale: con il Decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11 (recante le "Misure urgenti in materia di cessione dei crediti", di cui all’articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77), il Superbonus è stato in parte modificato anche per la Pubblica Amministrazione.

Cosa cambia? Com’era prima? Qual è il motivo della modifica? Ecco tutte le risposte.

Cosa cambia per il Superbonus e i Bonus edilizi? Confronto prima e dopo

Tramite il decreto entrato già in vigore, sono stati bloccati esattamente la cessione dei crediti d’imposta e lo sconto in fattura per i lavori incentivati con Bonus Casa, Sisma Bonus, Bonus Facciate, Superbonus e altre detrazioni e misure come quelle per il fotovoltaico, le colonnine di ricarica per auto elettriche e le barriere architettoniche.

Il Governo ha lasciato ai beneficiari dei Bonus edilizi la possibilità di avere una restituzione dei soldi per gli interventi effettuati solo sotto forma di detrazione d’imposta, ossia con uno sconto sulle tasse da versare, spalmato su più anni. In altre parole, prima la misura prevedeva lo sconto sulla spesa, ora è il beneficiario che anticipa lo cifra per poi ricevere la somma in detrazione.

Allo stesso modo, anche per le PA è stato messo il divieto di comprare i crediti fiscali dagli incentivi come il Superbonus e altri Bonus edilizi.

Esistono delle Eccezioni?

Ebbene sì. Gli interventi già presentati e avviati sono coperti dalla misura. Inoltre, il sito web Qualenergia aggiunge e spiega bene che:

Intervenendo sul dl 63 del 2013, si abroga la possibilità di cessione del credito anche per detrazioni non citate dall’art. 121 del dl 34/2020: quelle per riqualificazione energetica e ristrutturazione importante di primo livello (prestazione energetica) per le parti comuni dei condomini, con un importo dei lavori pari o superiore a 200.000 euro, e quelle per spese per riduzione del rischio sismico sulle parti comuni dei condomini o nei comuni nelle zone a rischio sismico 1, 2 e 3, mediante demolizione e ricostruzione di interi edifici, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che provvedano alla successiva alienazione dell’immobile.

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Superbonus e Bonus edilizi: perché sono stati modificati?

Questo intervento è stato messo in atto per tutelare i conti pubblici. Il decreto ha come oggetto la cessione del credito, il quale dovrebbe avere un effetto negativo sull’incremento del debito pubblico. Per cui non è stato preso nel mirino il Superbonus in sé, ma la risoluzione del nodo dei crediti di 110 miliardi, mettendo i conti pubblici in sicurezza. Lo confermerebbe il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, con le sue parole:

E' una misura d’impatto che si rende necessaria per bloccare gli effetti di una politica scellerata, usata anche in campagna elettorale e che ha prodotto beneficio per alcuni cittadini, ma posto alla fine in carico a ciascun italiano 2mila euro a testa. Questo è bilancio di questa esperienza.

Dall’altra parte, la decisione potrebbe impattare particolarmente sulle finanze dei professionisti e delle aziende edili e in modo ancor più significativo sull’economia italiana, rallentandola. La ragione? Solo nell'anno scorso, proprio grazie ai lavori finanziati con i vari bonus edilizi, è aumentato il reddito di queste imprese del 44%, con un volume di affari aumentato del 42%.

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