Comunità energetiche: agevolazioni e come farne parte

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decreto comunità energetica

Pubblicato da Federica Scaramuzzi il 23 gennaio 2023  ||  ⏳ tempo di lettura 2 min.

Buone notizie per le comunità energetiche italiane. Le parole del viceministro all’ambiente e sicurezza energetica, Vannia Gava, fanno ben sperare: "Il decreto attuativo delle comunità energetiche rinnovabili è quasi pronto e sarà pubblicato nelle prossime settimane". La dichiarazione risale a fine dicembre 2022. "Il percorso è stato articolato poiché è stata necessaria una lunga consultazione con ARERA oltre ad un partecipato confronto pubblico conclusosi nel dicembre scorso, che ha definito il contingente di 5GW e le quantità e modalità di calcolo. Ma posso dire oggi con ottimismo e soddisfazione che a brevissimo entrerà in vigore il decreto ministeriale", commenta così Gava. 

A chi è rivolto queste decreto e cosa sono le comunità energetiche? In Italia ce ne sono già moltissime: conosciamole!  

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Cosa sono le comunità energetiche?

Il decreto Milleproroghe 162/2019, convertito in legge n. 8/2020, ha introdotto in Italia le "Comunità energetiche rinnovabili" previste dalla direttiva europea RED II (2018/2001/Ue). 

Le comunità energetiche (CE) sono formate da gruppi di individui, organizzazioni e imprese che si uniscono per produrre, consumare e condividere energia in modo sostenibile e locale. La loro idea è quella di promuovere l'autonomia energetica, la riduzione dei costi e la decarbonizzazzione del sistema energetico, attraverso l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili e la riduzione dei consumi energetici. Le comunità energetiche possono essere costituite da un singolo edificio, un quartiere, una città o una regione e possono essere gestite in modo autonomo o in collaborazione con le utility tradizionali. Le comunità energetiche possono anche scambiare energia con altre comunità o con il sistema energetico nazionale, aiutando a stabilizzare la rete e a ridurre le emissioni di gas serra.

Come faccio a far parte di una comunità energetica? 

Ci sono diverse modalità per diventare parte di una comunità energetica. Ecco alcuni esempi:

  • Fondare una comunità: se non esiste una comunità energetica nella tua zona, puoi fondarne una con amici, vicini di casa, organizzazioni e imprese locali.
  • Unirsi a una comunità già esistente: puoi unirti a una CE esistente nella tua zona. Ci sono diverse modalità per farlo, ad esempio diventando un socio, un volontario o un fornitore di energia rinnovabile.
  • Partecipare a un progetto pilota: molte utility e istituzioni pubbliche stanno sperimentando progetti di comunità energetiche in diverse zone del paese, puoi partecipare a questi progetti per prendere parte a una comunità energetica.
  • Fare parte di una rete di comunità energetiche: ci sono diverse reti di comunità energetiche che si sono formate a livello nazionale o regionale, puoi unirti a queste reti per condividere esperienze e risorse con altre comunità energetiche.

Il modo più appropriato per entrare a far parte di una comunità energetica dipenderà dalla tua situazione specifica e dalle opportunità disponibili nella tua zona.

Esiste anche un’associazione nazionale che raggruppa le comunità energetiche rinnovabili: si chiama Assocer (Associazione nazionale comunità energetiche rinnovabili) che ha come scopo principale quello di creare le condizioni favorevoli per lo sviluppo di queste nuove e proficue realtà comunitarie: la loro mission è quella di favorire la creazione di un quadro normativo e regolatorio adeguato, fornendo supporto tecnico e informativo ai propri associati. Assocer è anche impegnata nella promozione della cultura dell'energia sostenibile e nella divulgazione dei vantaggi delle comunità energetiche rinnovabili.

Quali sono i benefici economici per le comunità energetiche? 

Con l'entrata in vigore del decreto-legge 162/19 (articolo 42bis) e dei relativi provvedimenti attuativi, i consumatori di energia elettrica possono associarsi per produrre localmente energia elettrica attraverso fonti rinnovabili per soddisfare il proprio fabbisogno e condividerla. L'energia elettrica condivisa, ovvero la quantità di energia elettrica immessa in rete dagli impianti di produzione e quella prelevata dai consumatori che ne hanno bisogno, gode di un contributo economico riconosciuto dal GSE (Gestore dei servizi energetici) tramite l'accesso al servizio di valorizzazione e incentivazione.

Purtroppo non è tutto oro quello che luccica: le comunità energetiche soffrono di una serie di deficit che ne impediscono la diffusione su larga scala. 

Le difficoltà delle comunità energetiche 

Le comunità energetiche in Italia sono ancora in fase di sviluppo e ci sono alcune sfide da superare perché possano essere implementate su larga scala. Tra queste vi sono: 

  • regolamentazione incerta: le norme e i regolamenti per le comunità energetiche sono ancora in fase di elaborazione e possono variare a seconda della regione, rendendo difficile per gli operatori del settore prevedere gli sviluppi futuri;
  • finanziamento: le comunità energetiche richiedono investimenti iniziali per l'installazione e la manutenzione degli impianti di produzione di energia rinnovabile, e questi investimenti possono essere difficili da ottenere per le piccole comunità;
  • difficoltà nell'integrazione con il sistema elettrico nazionale: le comunità energetiche possono avere difficoltà a integrarsi con il sistema elettrico nazionale, soprattutto in termini di regolamentazione e tariffe;
  • limitazioni tecnologiche: la produzione di energia rinnovabile su piccola scala può essere limitata dalle tecnologie disponibili, soprattutto in termini di capacità e affidabilità;
  • problemi di partecipazione: è importante che tutti i membri della comunità partecipino attivamente per rendere una comunità energetica sostenibile a lungo termine, ma può essere difficile ottenere la partecipazione attiva di tutti i membri.

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