Deumidificatore: come funziona e quanto consuma?
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Quello che può sembrare, in apparenza, soltanto un semplice elettrodomestico; il deumidificatore, con la sua opera di riduzione del livello di umidità dell’aria, rendendola più secca e quindi più sopportabile, contribuisce a creare un ambiente più sano per il vivere quotidiano della propria casa nonché un miglioramento sulla propria condizione fisica.
Come funziona il deumidificatore
Il deumidificatore è un piccolo elettrodomestico, generalmente con una base variabile di 40×30/50 centimetri, per la casa, fisso o mobile. La sua funzione è quello di ridurre il livello del vapore acqueo presente nell'aria soprattutto nelle zone della casa maggiormente esposte come i bagni o dove occorre regolare l’umidità dei locali, come nelle cantine.
Il cuore di questo strumento è il suo circuito frigorifero: al suo interno circola il gas refrigerante che assorbe l’umidità dell’ambiente. In questo modo, il vapore acqueo presente nell'aria, attirato dalla ventola, si condensa e l’acqua che ne deriva viene riversata in un serbatoio o in una vaschetta di raccolta da svuotare quando raggiunge il limite. Alla fine l’aria viene nuovamente riemessa all'esterno ripulita e rigenerata, cioè priva dell’umidità iniziale. A seguito di questo processo, possiamo identificare, quindi, le parti fondamentali che compongono il deumidificatore: il motore che lo fa funzionare; il circuito frigorifero in cui circola il gas; l’evaporatore con cui viene reintrodotta l’aria nell'ambiente; la ventola; il gas refrigerante.
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Modelli di Deumidificatore: quale scegliere
In commercio si trovano moltissimi modelli di deumidificatore e possono essere distinti in due categorie, quelli fissi e quelli portatili: i primi sono obbligati a restare nell'ambiente in cui vengono installati, mentre quelli portatili possono essere trasportati da una stanza all'altra a seconda delle tue esigenze. Tuttavia i deumidificatori non eliminano l’umidità dell’aria tutti allo stesso modo e per questo motivo le due categorie si distinguono a loro volta in:
- deumidificatori passivi o essiccativi svolgono il lavoro di deumidificazione attraverso l’impiego di materiale essiccante. L’aria aspirata, a contatto con questo tipo di materiale, come il gel di silice, viene ripulita dal vapore acqueo in eccesso e rimessa poi in circolo;
- deumidificatori refrigerativi o meccanici, l’aria aspirata dalla ventola viene deumidificata a contatto con l'aria fredda del circuito refrigerante interno. La condensa che si genera viene raccolta nel serbatoio del deumidificatore e successivamente l’aria deumidificata viene reimmessa nell'ambiente.
Scelta tra Deumidificatore e Condizionatore
Il costo di un deumidificatore varia, ovviamente, sulla base della qualità: l’aspetto più importante da valutare è la capacità del prodotto di eliminare l’umidità nell'arco di 24 ore. E’ un tipo di elettrodomestico che va dalla fascia più economica a quella media-alta, dai 50€ in su. Possiamo riassumere in sei i requisiti utili per l’acquisto di un buon deumidificatore:
- grandezza, per gli spazi piccoli in casa è consigliabile scegliere modelli di modeste dimensioni;
- quantità di umidità assorbita al giorno (ad esempio 17 litri è un buon valore);
- classe energetica alta per evitare eccessivi consumi energetici;
- rumorosità, consigliabile dai 30 ai 40 dB;
- dimensioni della tanica per contenere l'acqua.
Se l’opera del deumidificatore si limita soltanto a eliminare la quantità in eccesso di umidità all'interno di un ambiente chiuso, il condizionatore, oltre al controllo dell’umidità ambientale, regola anche la temperatura della stanza: è possibile, infatti, riscaldarla o raffreddarla a seconda delle necessità. Se prendiamo in considerazione soltanto quest’ultimo aspetto, il condizionatore appare di gran lunga più vantaggioso per la sua duplice funzione. Ciò nonostante, è altrettanto importante tenere presente che solitamente i condizionatori sono montati a parete e quindi non sono portabili, inoltre nonostante tutti i miglioramenti tecnologici, il condizionatore molto spesso può essere soggetto a perdite di acqua, al contrario del deumidificatore.
Alla luce di tutto, però, la presenza di bonus e l'avanzamento delle tecnologie (come quella inverter) rendono i climatizzatori la scelta più conveniente.
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Consumi del deumidificatore
A differenza dei condizionatori, che impiegano una discreta quantità di energia anche se attivati soltanto per la funzione di deumidificazione, i deumidificatori sono elettrodomestici di potenza relativamente moderata. Per un deumidificatore di piccole dimensioni, la potenza massima assorbita si aggira sui 300-350 W. Tra l’altro non è uno strumento in costante funzione, anzi la maggior parte dei modelli sono ottimizzati per accendersi solo quando è necessario, il che permette risparmi nel consumo.
Il deumidificatore quindi non presenta consumi di energia particolarmente elevati; anche se nei primissimi giorni potrebbe essere necessario lasciarlo acceso 24 ore su 24 per rimuovere tutta l’umidità in eccesso che si era formata, successivamente sarà possibile impostare l’accensione ad ore alterne o in base al tasso di umidità presente. Per stimare i consumi di energia elettrica di questo elettrodomestico senza utilizzare uno strumento apposito per misurarli, possiamo considerare che l’unità principale per calcolare quanto consuma è il kWh, che corrisponde circa a poco più di tre ore di lavoro di un deumidificatore con una potenza di 300 W. Infatti, 300 W per 3 ore corrispondono a 0,9 kWh.
Sapevi che...?Il monitoraggio dell’umidità presente nell'atmosfera della propria casa o ufficio è un’ottima attività per riuscire a risparmiare sulla bolletta luce e gas.
Parametri dell’umidità ideale e Uso del Deumidificatore
Per comprendere le piene potenzialità di un deumidificatore è opportuno affrontare anche la questione dell’umidità ideale presente in una abitazione. Infatti a meno che non si verifichino fenomeni tipicamente imputabili all'umidità, come la formazione di muffe o infiltrazioni, la percentuale di umidità presente in casa molto spesso viene sottovalutata. L’umidità eccessiva in casa, oltre a percepire una sensazione di disagio, contribuisce a generare un clima ideale per la proliferazione di batteri, che possono finire per causare allergie e infezioni. Dall'altra parte è altrettanto importante che il livello di umidità non sia troppo basso. Con una percentuale troppo bassa, si forma l’aria secca che ha degli effetti negativi sul nostro organismo: mal di gola, secchezza alle vie respiratorie e delle mucose, allergie dovuta al sollevamento delle polveri e l’ostruzione delle vie nasali.
Tutti questi disagi sono particolarmente frequenti nel periodo invernale per via dell’utilizzo, molto spesso eccessivo, degli impianti di riscaldamento che fanno precipitare notevolmente la presenza di umidità nell'ambiente. Ecco perché stabilire quale sia effettivamente la percentuale di umidità in casa e quanto questa si discosti da quella ideale, in modo da riuscire a riportarla a valori accettabili, è fondamentale per il nostro benessere psicofisico. L’umidità ideale è un parametro che dipende da diversi fattori: temperatura, ambiente, stato di salute.
- La funzione della temperatura di un ambiente: ovviamente non parliamo di temperatura registrata, ovvero quella che segna il termometro, ma di temperatura percepita. Un clima estremamente caldo ma secco, è molto più sopportabile rispetto a temperature più contenute, ma con un tasso di umidità alle stelle; allo stesso modo qualora l’umidità scenda al di sotto del 20% l’aria risulta eccessivamente asciutta e può causare problemi alle vie respiratorie.
- Per la casa e per il nostro vivere quotidiano ogni stanza ha un suo grado di umidità ideale, sempre connesso anche alla temperatura che vi registra: ad esempio in una cucina con una temperatura registrata pari a di 19°C è accettabile un tasso di umidità pari all'80%; invece in un soggiorno una percentuale di umidità dell’80% è già al limite. Nel corso dell’anno, a seconda della stagione, il rapporto tra temperatura e umidità, subisce una variazione.
- Non tutti gli ambienti in casa sono uguali, lo stesso criterio è valido per lo stato di salute dei suoi inquilini: per i bambini molto piccoli il tasso di umidità ideale della cameretta dove sono soliti dormire si aggira attorno al 50%; oppure per le persone anziane, affette da patologie croniche, controllare la temperatura e umidità dei locali è essenziale.
Valori dell’Oms sul rapporto temperatura umidità
In questo frangente è calzante sottolineare anche i riferimenti tracciati dall'Organizzazione Mondiali della Sanità (Oms), tramite apposita tabella, sul rapporto temperatura-umidità e sulle conseguenze psicofisiche di chi lo percepisce:
26°C | |||||||||||
24°C | |||||||||||
22°C | |||||||||||
20°C | |||||||||||
18°C | |||||||||||
0% | 10% | 20% | 30% | 40% | 50% | 60% | 70% | 80% | 90% | 100% |
Sgradevole - Sopportabile - Confortevole
La proiezione fornita dall'Oms è soltanto un’indicazione generale valida per tutti gli ambienti, e che quindi non tiene conto delle differenze di un locale da un’altro; quello che si può definire con certezza che al di sopra dell’80%, così come al di sotto del 20% di umidità non c’è una temperatura in grado di provocare confort.