Ddl Concorrenza: in cantiere tagli a bollette luce e gas per il 2021!
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L’esecutivo mette in cantiere una riforma degli oneri di sistema, ipotizzata nella bozza del Ddl Concorrenza previsto in autunno 2021, per tagliare i costi delle rinnovabili dalle bollette di luce e gas. Nel mentre, vengono valutate anche altre ipotesi per un impatto meno oneroso delle bollette già nel breve periodo.
Il governo apre i lavori delle bozze del nuovo decreto legge per riuscire, nel medio-lungo periodo, ad alleggerire quelle voci nelle bollette di luce e gas che risentono maggiormente di una tassazione di interesse generale, specie negli oneri di sistema, per un valore compreso tra i 14 e i 15 miliardi di euro annui, che arrivano a pesare agli utenti finali fino ad un quarto della spesa totale.
Aggiornamento 23/9/2021: Taglio Oneri di Sistema in bolletta: arriva il sì di Draghi!Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato la sospensione del pagamento degli oneri di sistema per il IV trimestre 2021 per le bollette di luce e gas.
Tagliare gli oneri di sistema in bolletta
Come anticipato, già nella bozza del nuovo Ddl Concorrenza si parla di tagli in bolletta per tamponare il rincaro dei prezzi della materia energia, previsto ulteriormente in aumento per l'autunno: l'ipotesi più verosimile risulta quella di intervenire sugli oneri di sistema, nello specifico sulle componenti dedicate all'energia rinnovabile, la quale sarebbe da ridestinarsi ad oneri di interesse generale, separati quindi dalle bollette di luce e gas.
Cos'è la spesa per gli oneri di sistema?Gli oneri di sistema sono costi fissi stabiliti dall'Autorità presenti in bolletta che pesano fino al 20% del costo totale nelle bollette luce e il 4% nelle bollette gas. Questi costi comprendono molte voci specifiche, tra cui il sostegno alle energie rinnovabili, oneri per lo smantellamento degli ex impianti nucleari, agevolazioni per il sistema ferroviario e per le industrie energivore.
Dato il peso dei suddetti oneri in bolletta, specie su quelle di energia elettrica, la decisione di procedere nella direzione del taglio, totale o parziale, sugli oneri di sistema legati alle rinnovabili risulterebbe di forte impatto, andando parzialmente a mitigare il rialzo previsto per autunno 2021. Per darti un'idea visiva più concreta puoi osservare la ripartizione dei costi nella bolletta luce del classico utente domestico tipo, con consumi annui pari a 2700 kWh e potenza del contatore pari a 3 kW:
Fonte: Relazione annuale ARERA 2020 (dati in %).
Sostegno alle rinnovabili: oltre il 70% degli oneri in bolletta
Nell’ultima Relazione annuale di ARERA, l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, presentata a Parlamento e Governo questa estate, risulta che le spese a sostegno dell'energia rinnovabile rappresentano circa il 70% dei 14,9 miliardi di euro di oneri del 2020 (la cosiddetta componente Asos): circa 12 miliardi di euro, attualmente presenti nelle bollette di energia elettrica di utenze domestiche e business.
L'obiettivo, almeno stando alla prima bozza del Ddl, sembra essere quello di "spalmare" la quota di riferimento delle rinnovabili su altre tipologie di oneri, alleggerendo non di poco il costo in bolletta, riuscendo così ad ammortizzare l'aumento del costo della materia prima. L'argomento è ad oggi, tutt'altro che chiuso: all'interno della bozza del Ddl si apre anche alla possibilità che i suddetti oneri si muovano in direzione del consumo di combustibili fossili, ovvero la previsione di un aumento del costo della benzina, nel riscaldamento e trasporto di tali combustibili con meccanismi di gradualità, ma la discussione è ancora in corso.
Crisi Energetica dei Mercati: cosa succede?Il prezzo di energia elettrica e gas per il IV trimestre 2021 sale alle stelle. Qual'è il motivo della crisi dei mercati energetici e come porvi rimedio? Leggi la nostra analisi sull'evoluzione del mercato dell'energia.
Aste per permessi di emissione di CO2
Un intervento valido per intervenire anche nell'immediato futuro contro l’impatto dell'imminente stangata potrebbe arrivare grazie alle aste del mercato europeo dei permessi di emissione di CO2. Queste aste stanno facendo registrare ricavi straordinari, nel solo secondo trimestre equivalenti a 719 milioni, come dimostrano i dati pubblicati dal GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, responsabile del collocamento delle quote di emissioni italiane sulla piattaforma europea.
I proventi della vendita di questi permessi sono ad oggi destinati, come previsto dall’articolo 15 del decreto della direttiva UE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, a coprire dal 2022 i costi di incentivazione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, mediante misure che trovano copertura sulle tariffe dell’energia.
Ad oggi però non è certo che si proseguirà in questa direzione, anche per i recenti commenti di Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica, il quale dichiara che è assolutamente necessaria quanto prima una esaustiva riforma della materia.
Cosa sono i permessi di emissione di CO2?Nel 2005 l'Unione europea ha stabilito in materia di emissioni di CO2 ed effetto serra, dei nuovi standard ecologici a cui i grandi produttori devono adeguarsi, ovvero il sistema di scambio di quote di emissione di gas, anche chiamato ETS (Emission Trading System). Qualora aziende o industrie non fossero in grado di rispettare questi nuovi standard, possono acquistare i cosiddetti carbon credits, o quote di emissione: una quota di carbon credits equivale ad una tonnellata di CO2 emessa.
Non ti è ancora chiaro il sistema dei permessi di emissione CO2? La Commissione Europea ha pubblicato un video (puoi attivare anche i sottotitoli), con tutti i dettagli dell'operazione. Buona visione!
L'iniziativa partita da ARERA
L'iniziativa del taglio degli oneri di sistema, così come li conosciamo, parte da una precedente proposta di ARERA che, nella figura del presidente Stefano Besseghini, preannunciava questa virata già da ottobre 2020, esponendo l'inadeguatezza della presenza di queste voci di costo allo stato attuale:
Tra le voci da spostare sin da ora alla fiscalità generale vi sarebbero anche le quote di oneri generali relative agli sgravi riconosciuti alle imprese energivore sulla componente Asos, che, allo stato, sono pagate dagli altri utenti come un sovrappiù sulla medesima componente, per oltre 1,5 miliardi di euro all’anno. In più risulterebbe utile destinare direttamente al finanziamento degli oneri generali almeno una parte dei proventi delle aste Ets, dal momento che hanno finalità simili a quelle attualmente finanziate dagli oneri presenti in bolletta.
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