Recovery Fund: le proposte di Enel, Eni e Snam per ottenere le risorse e far ripartire l'Italia

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Eni, Enel e Snam: le loro proposte per il Recovery Fund
Il Governo chiede a Eni, Enel e Snam idee, proposte e progetti per ottenere i fondi del Recovery Fund

Enel ed Eni Gas e Luce hanno presentato i loro piani di transizione energetica per aggiudicarsi il Recovery Fund. Entrambi i nomi storici dell'energia puntano su rinnovabili e nuove tecnologie. Anche Snam avanza una proposta che punta sull'idrogeno.

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I progetti che Enel ed Eni Gas e Luce hanno realizzato per il Recovery Fund dimostrano l'intenzione di questi gruppi di volersi impegnare per far evolvere il settore energia, e il Paese, in modo sostenibile, nel rispetto dell'ambiente e delle sue risorse. Pure Snam si fa avanti, proponendo una piattaforma sperimentale per la gestione dell'idrogeno come fonte di energia rinnovabile.

Il futuro dell'energia, quindi, si prospetta sempre più verde. E in attesa che le proposte vengano analizzate e valutate, vediamo nel dettaglio cosa hanno inviato a Palazzo Chigi questi Fornitori.

Vuoi avere gli ultimi aggiornamenti sui vantaggi dell'eolico? Consulta la guida: "Eolico: Definizione, Costi, Vantaggi e la situazione in Italia".

Il futuro del settore energia

Economia circolare e transizione ecologica nel futuro del settore energia
Economia circolare e transizione ecologica nel futuro del settore energia

Negli ultimi anni, e soprattutto in questo periodo, abbiamo visto che le aziende del settore hanno iniziato a investire su fonti di energia rinnovabile e nuove tecnologie digitali. Questo cambiamento non ha alla base solo la necessità di far risparmiare tempo e denaro a imprese e consumatori, ma nasce dall'esigenza di puntare su un tipo di economia, e di conseguenza progresso, ecosostenibile e circolare.

Crisi economica, lockdown e le diverse difficoltà generali dovute alla diffusione del COVID-19 hanno dato una maggiore spinta in questa direzione, facendo fare alle imprese un salto in avanti verso un domani più digitale, autonomo e sostenibile. Nel settore energia, nello specifico, sono cambiati i paradigmi, i bisogni e il modo di concepire l'energia e la sua fruizione da parte di tutti gli enti, attività e persone coinvolte.

E nel momento in cui il governo ha chiesto alle più importanti aziende italiane come gestirebbero i fondi europei messi a disposizione dal Recovery Fund, Enel, Eni Gas e Luce e Snam hanno risposto con progetti innovativi, green e smart.

Che cos'è il Recovery Fund? Il Recovery Fund è un Fondo di Recupero Europeo proposto dalla Francia all'Unione Europea. Questa iniziativa è nata dall'esigenza di creare un finanziamento condiviso capace di supportare gli Stati Europei nella fase di ripresa post pandemia globale e contribuire, quindi, ad arginare la crisi economica che ne è scaturita. I fondi messi a disposizione per l'Italia dal 2021 (circa 750 miliardi tra sovvenzioni e prestiti, il cui 10% verrà erogato entro la prima metà del prossimo anno) saranno investiti in progetti di rilievo, prima valutati e poi approvati dal Governo Italiano e dalla Commissione Europea.

Nel Recovery Plan, quindi, saranno presenti un ventaglio di proposte dedicate a diversi settori per contribuire a 360° alla ripresa dell'economia del Paese e ridurre, quindi, al minimo l'impatto che la crisi ha generato.

La proposta di Enel: decarbonizzazione, reti ed elettrificazione

Tra le proposte Enel implementare l'eolico è tra i progetti più importanti
Tra le priorità di Enel si trova anche l'implementazione dell'eolico

Eolico e fotovoltaico sono le fonti rinnovabili su cui il piano Enel si concentra. Tra gli obiettivi, infatti, il gruppo si è proposto di aumentare notevolmente la capacità installata delle pale eoliche e di rendere più rapida la gestione delle autorizzazioni e più agile la burocrazia per semplificare così l'installazione degli impianti a energia solare e riducendo, di conseguenza, i tempi di installazione.

Nei prossimi 10 anni la capacità installata dovrà essere raddoppiata per l’eolico arrivando a 10mila MegaWatt e per l’eolico si dovrà passare da 20 Gw a 50-52 Gw

Carlo Tamburi Amministratore Delegato Enel

Inoltre, Enel, si propone di chiudere tutti gli impianti a carbone in Italia entro il 2025, chiudendo prima la centrale di Brindisi e poi quelle di Fusina e La Spezia. Il piano graduale è, infatti, dismettere gli impianti e sostituirli con altri più sostenibili, come quelli a gas.

Oltre a puntare sulle rinnovabili, uno dei pilastri della proposta dell'azienda per il Recovery Fund è l'innovazione. Per migliorare l'efficientamento, la flessibilità e la resistenza degli impianti, quindi, Enel si concentra sulle nuove tecnologie come Smart Grid, IIOT ed Edge Intelligence.

Nella sua presentazione, Enel, non trascura nemmeno il ruolo della città, sottolineando che renderle sostenibili, utilizzando per esempio mezzi elettrici per la mobilità, può fare la differenza per l'ambiente, e, soprattutto, per la qualità della vita delle persone che la vivono.

I "10 Green Cluster" concludono il documento illustrato al Governo, fissando e mettendo ulteriormente a fuoco gli intenti e le azioni che vorrebbe portare avanti Enel se avrà accesso ai fondi.

  • I 10 green Cluster
  • Accelerazione Verde
  • Circular Power Plants
  • Gigafactory PV
  • Idrogeno Verde per Taranto
  • Smart Grid e Digitalizzazione
  • Resilienza
  • Integrazione Rinnovabili
  • Mobilità Elettrica
  • Città Sostenibili
  • Consumi Efficienti

È chiaro, quindi, che gli obiettivi che l'azienda si pone di raggiungere con l'adempimento di questo piano non si concentrano solo sulla ripresa economica del Paese, ma anche sull'evoluzione del settore tramite la decarbonizzazione e lo sviluppo rinnovabili, l'affidabilità e la sicurezza di impianti e sistemi e, infine, l'efficientamento energetico.

La proposta di Eni Luce e Gas: nuove tecnologie per un domani più sostenibile

Anche gli obiettivi di Eni Luce e Gas puntano a ridurre l'impatto sull'ecosistema con iniziative dedicate alla decarbonizzazione del settore trasporti e del settore elettrico e alla riduzione delle emissioni di CO2 tramite l'introduzione negli impianti di tecnologie all'avanguardia (come la CCUS).

Su 100 tonnellate di Co2 prodotte, più di 80 devono essere eliminate con tecnologie che non abbiamo. L’energia che utilizzeremo nel 2030 e ancora di più verso il 2050 avrà fonte primarie, modalità di produzione, di stoccaggio e di trasporto che noi possiamo immaginare, ma che ancora non conosciamo.

Lapo Pistilli Direttore Public Affairs di Eni

Per decarbonizzare i trasporti l'azienda vorrebbe lavorare a nuovi carburanti green, come gas e biocarburanti. In questo modo i veicoli di qualsiasi natura, uso e dimensione che li utilizzeranno inquinerebbero meno, se non per niente, cambiando così le attuali sorti e dinamiche del settore.

La componente del trasporto pesante, la cui elettrificazione al momento è o complicata o impossibile. Come Paese siamo già un’eccellenza per il trasporto sostenibile a gas Gnl, e stiamo lavorando su soluzioni con biocarburanti per il trasporto aereo o stradale che possano venire da fonti primarie sostenibili non fossili. Queste riducono molto il profilo emissivo del trasporto pesante, e non richiedono di cambiare il mezzo.

Lapo Pistilli Direttore Public Affairs di Eni
  • Per Decarbonizzare i trasporti Eni vuole puntare su:
  • Biocarburante HVO puro al 100%
  • Biocarburanti avanzati
  • Biometano
  • Waste to fuel
  • Waste to Hydrogen
  • Waste to Methanol
  • Biofissassione della CO2

Per quanto riguarda il settore elettrico, invece, Eni vorrebbe implementare gli impianti geotermici e fotovoltaici innovandoli tramite tecnologie sostenibili, come pellicole bio, che permetterebbero di sostituire il silicio con materiali bio-fotoattivi.
Inoltre, nelle Isole del Paese, vorrebbe sfruttare la potenza del moto ondoso per trarne energia e ridurre la dipendenza dal gasolio di queste particolari zone.

  • Per Decarbonizzare il settore elettrico Eni vuole puntare su:
  • Fonti rinnovabili
  • Fotovoltaico organico
  • Generazione da moto ondoso
  • Geotermia
  • Stoccaggi termici nei cicli combinati
  • Renewable Overgeneration to Hydrogen

La proposta di Snam: l'idrogeno come fonte rinnovabile del futuro

Ricerca e sperimentazioni sono fondamentali per trovare nuovi fonti energetiche sostenibili e costruire un futuro duraturo ed efficiente del settore
Ricerca e sperimentazioni sono fondamentali per trovare nuovi fonti energetiche sostenibili e costruire un futuro stabile ed efficiente del settore

Anche Snam, società di infrastrutture energetiche, ha pronta una proposta da presentare al Governo per il Recovery Fund. Il punto centrale della sua progetto è l'idrogeno, che verrebbe gestito tramite una piattaforma innovativa che ne permetterà produzione e stoccaggio.
Per realizzarla verranno coinvolte altre aziende del settore specializzate e l'università con i suoi ricercatori.

I nostri tubi sono pronti a trasportare l’idrogeno. Ora il lavoro che stiamo facendo è sulle stazioni di pompaggio. Il motivo per il quale lo stoccaggio dell’idrogeno avrà così tanta quota di mercato è proprio il vantaggio di stoccare idrogeno e non elettroni. La frontiera della ricerca per noi è quella di capire cosa accade se mettiamo l’idrogeno negli enormi giacimenti di gas che abbiamo. Se riuscissimo a usare i giacimenti avremmo vantaggio strategico pazzesco.

Marco Alverà Ceo Snam

Quindi sperimentazione e ricerca si uniscono e rafforzano i concetti di transizione ecologica, economia circolare e rivoluzione digitale di cui si fanno promotori i progetti elencati in questa raccolta di proposte per il Recovery Plan.

Cosa succederà ora?

La scadenza per consegnare i progetti è il 15 ottobre. Per ottenere i fondi, però, non basta solo presentare buone idee, ma è fondamentale e necessario un piano forte, durevole e concreto, specchio di una volontà politica ed economica comune e coesa.

E mentre aspettiamo di capire cosa succederà nei prossimi mesi, come verrà gestito il Recovery Fund e il modo in cui si evolverà la situazione economica e sanitaria, noi continueremo a tenerti aggiornato sulle ultime novità del settore.

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