Crisi Gas e Governo: perché il PITESAI non ridurrà le bollette con le trivelle

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PITESAI approvate nuove trivellazioni gas
Sospesa la moratoria del 2019 per le trivellazioni di gas metano.

Il 12 febbraio 2022 è stato rilasciato dal governo, nella figura del ministro Cingolani, il nuovo Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI), con il quale viene stabilito un incremento delle trivellazioni di gas sul territorio italiano.

Dati alla mano, questo intervento difficilmente alleggerirà le bollette dei consumatori, vediamo insieme perché.

Perché il PiTESAI non influirà sulle bollette?

Davanti alla recente impennata dei prezzi di luce e gas il governo è più volte intervenuto per tamponare i rincari dovuti a diversi fenomeni di carattere internazionale e intercontinentale. L'intervento più recente è appunto il PiTESAI, il piano all'interno del quale si trovano le aree dove sarà possibile riavviare prospezioni ed estrazioni di idrocarburi (es. gas metano), sospendendo quindi la moratoria in vigore dal 2019.

Il piano prevede uno studio per aumentare le estrazioni dai giacimenti già esistenti e avviarne di nuovi. Stando agli studi sul campo, i giacimenti nel territorio italiano, per lo più nel Mare Adriatico, conterrebbero tra i 40 e i 50 miliardi di metri cubi di gas metano, con possibili altri 30 miliardi di metri cubi di stima aggiuntiva. Numeri insufficienti per colmare il fabbisogno italiano. Viene inoltre varata la possibilità di vendere al mercato internazionale queste nuove risorse, per cui l'immissione nel nostro mercato resterebbe comunque esigua.

Cos'è il PiTESAI e come verrà applicato?

Il PiTESAI è quindi il nuovo Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee, ed è strettamente legato al prelievo di nuove risorse naturali dal suolo italiano. Questo piano va quindi di fatto a sospendere la moratoria applicata nel 2019 per la sospensione dell'estrazione di gas metano varata dal precedente governo, con l'eccezione delle aree marittime nel territorio di Venezia per rischi strutturali al comune storico.

All'interno del piano vengono inoltre messe a disposizione di tutti gli utenti mappe interattive e aggiornate sugli studi in merito alle aree idonee e non idonee per le attività di prospezione e ricerca di idrocarburi.

PiTESAI, aree idonee per le attività di prospezione e di ricerca
Aree idonee per le attività di prospezione e di ricerca del PiTESAI.

Tra le aree ritenute idonee in Italia troviamo 248 titoli minerari: 63 permessi di ricerca di cui 20 in mare, 36 in terraferma e 6 in Sicilia; 185 le concessioni di coltivazione di cui 61 in mare, 111 in terraferma e 13 in Sicilia. Il territorio di riferimento comprende il 42,5% del territorio nazionale in terraferma e il 5% della superficie marina, con una diminuzione teorica rispetto a prima della moratoria del 2019 del 50% a terra e dell’89% a mare.

Per motivi legati al potenziale geominerario e alla storia esplorativa degli ultimi 30 anni, non saranno interessate da attività di ricerca e coltivazione le Regioni Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Liguria, Umbria, Toscana e Sardegna

Le aree in cui sarà maggiore la presenza di impianti attivi, a fronte di eventuali stop successivi per aree non più idonee, risultano quindi essere nel Mare Adriatico, principalmente a sud, in Basilicata ed in Sicilia.

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Come funziona il sistema di sfruttamento delle risorse naturali in Italia?

I giacimenti di idrocarburi sono di proprietà dello Stato con sistema demaniale, la cui ricerca e sfruttamento è da considerati di interesse pubblico. Queste operazioni vengono effettuate da imprese private italiane, comunitarie o provenienti da Paesi per i quali esiste reciprocità nei riguardi di imprese italiane, il tutto in un regime giuridico di concessione (titolo minerario).

Il Ministero per la Transizione Ecologica definisce così l'attribuzione dei permessi a procedere con estrazione e lavorazione:

La concessione di coltivazione viene conferita al titolare del permesso di ricerca che abbia rinvenuto idrocarburi liquidi e gassosi e che dimostri di avere adeguati requisiti economici e tecnici che permettano il "buon governo" del giacimento.

Di seguito puoi vedere anche la mappa delle aree previste per le attività di coltivazione degli idrocarburi.

PiTESAI - Aree idonee/non idonee per le attività di coltivazione
Aree idonee/non idonee per le attività di coltivazione.

La legge prevede tre tipi di concessioni minerarie:

  1. Permessi di prospezione: titoli minerari non esclusivi, finalizzati allo studio generale di vaste aree di territorio. Non sono previsti limiti di estensione dell’area interessata dalla prospezione. Il permesso ha un periodo di validità di un anno e consente esclusivamente l’acquisizione di dati geologici e geofisici;
  2. Permessi di ricerca: titoli minerari esclusivi, possono essere richiesti su aree con un’estensione massima di 750 km². Più operatori possono intervenire sulla stessa area di riferimento, in regime di concorrenza. Il periodo di vigenza dura 3 anni, con due possibili ulteriori periodi di proroga della durata di 3 anni ciascuno. Per motivate ragioni ecologiche, è possibile attuare la sospensione del decorso temporale. Nel permesso di ricerca, oltre all’acquisizione di dati geofisici, è possibile effettuare uno o più pozzi esplorativi. In caso di esito positivo per l'esplorazione, individuato un nuovo giacimento l’operatore può presentare un’istanza di concessione di coltivazione che, una volta conferita, consente la messa in produzione del giacimento stesso;
  3. Concessioni di coltivazione: titoli minerari esclusivi, richiesti su una porzione di area del permesso di ricerca in cui è stato rinvenuto un nuovo giacimento, dell’estensione massima di 300 km². La concessione può durare fino a 20 o anche fino a 30 anni, con periodi di proroga di 10 e 5 anni. Quando parliamo di coltivazione ci riferiamo alla somma di tutte le attività inerenti la produzione di idrocarburi, come ad esempio la realizzazione di pozzi di sviluppo, l'estrazione ed il trattamento delle materie prime.

Scarica il pdf completo del PITESAISe vuoi leggerne il testo completo puoi scaricare una copia del documento completo del PiTESAI. Puoi trovare ulteriori allegati sul sito del Ministero per la Transizione Ecologica.

Gli esperti bocciano la manovra: materia prima insufficiente

Negativa la risposta degli esperti del settore energetico italiano rispetto alla manovra governativa. Come riporta un recente articolo de Il Fatto Quotidiano, Renato Mazzoncini, presidente di A2A Energia ha commentato che l'aumento di estrazione non avrà alcun effetto sulle bollette italiane, questo perché la quantità di gas a disposizione è insufficiente e verrà comunque immessa sul mercato internazionale.

Anche esaurendo i giacimenti di tutto il territorio italiano, nella migliore delle stime le risorse durerebbero per appena un anno rispetto al fabbisogno nazionale.

Sempre attraverso le righe de Il Fatto Quotidiano leggiamo come Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, società di consulenza energetica, evidenzia anche le difficoltà tecniche delle tempistiche dei nostri impianti:

Ci vorranno anni, se non decenni, per produrre più gas in Italia. E a dimostrarcelo è l’esperienza degli ultimi 20-30 anni. [...] Nel 2021 la produzione nazionale di gas ha raggiunto il minimo dal 19543 miliardi di metri cubi.

Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia.

Dubbi presenti anche per l'efficacia di queste manovre: c'è anche la possibilità che per trovare nuovi giacimenti in profondità la spesa per l'estrazione risulti eccessiva e con un forte impatto ambientale derivante dall'inquinamento delle risorse utilizzate per estrarre il gas.

Nota negativa sarebbe poi rappresentata dal fatto che le tempistiche di attivazione per gli interventi di trivellamento potrebbero arrivare a richiedere anche 2 anni, fra installazione degli impianti e concessione dei permessi necessari a procedere.

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Che benefici porterà il PiTESAI?

Nonostante le forti critiche portate da molti tecnici al Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee, c'è comunque da sottolineare che, sebbene non sia un intervento risolutivo per le bollette dei consumatori, porta con sé diversi vantaggi sotto diversi aspetti:

  • Creazione di nuovi posti di lavoro per gli impianti in costruzione, nonché per la successiva gestione di estrazione, lavorazione e trasporto della materia prima;
  • Guadagni per i comuni costieri "limitrofi" agli impianti di estrazione;
  • Le cosiddette "royalties", o demanio statale, con cui lo Stato incasserebbe entrate aggiuntive dagli operatori nella coltivazione, rapidamente reinvestite nel settore energetico;
  • Un beneficio ambientale derivante dal fatto che il gas che non debba essere trasportato dalla Russia, compensando l’inquinamento derivante dal suo trasporto.

Come correre al riparo dal rincaro prezzi del gas?

Il Pitesai punta a contrastare l'aumento del prezzo del gas all'ingrosso dovuto ad un aumento dei prezzi determinati dall'estero e quindi non dipendenti da noi. Basti pensare che nel 2020 poco meno del 6% del fabbisogno nazionale è stato estratto sul territorio italiano, mentre il resto viene importato da canali internazionali, come i gasdotti dalla Russia, le importazioni algerine o il TAP.

Aumentare la produzione interna di gas metano potrebbe in ogni caso dare sollievo alle bollette di luce e gas rispetto all'aumento del prezzo per la materia prima: grazie al gas metano infatti viene prodotta energia elettrica in Italia, ed evitando l'importazione dall'estero del primo per la produzione della seconda se ne riducono i costi di produzione e, conseguentemente, anche i costi in bolletta per i clienti finali.

Nel caso in cui il PiTESAI non riuscisse ad avere un impatto sufficiente a tamponare l'aumento del prezzo della materia prima di gas metano ed energia elettrica, un modo efficace per evitare futuri rincari è certamente quello di scegliere un'offerta luce e gas del mercato libero con il prezzo bloccato per 12 o 24 mesi.

Per aiutarti nella ricerca abbiamo raccolto per te la top 3 delle offerte gas del momento:

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*La spesa mensile è stata calcolata con una stima del prezzo medio del PUN (luce) e del PSV (gas) del prossimo anno realizzata dall'Autorità e con un consumo di 1800 kWh/anno per la luce e 800 Smc/anno per il gas ad uso riscaldamento di una famiglia di 3 persone.

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