Enel Brindisi: inizia la dismissione della Centrale
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Prende il via il progetto di decarbonizzazione dell’Enel con la dismissione del gruppo 2 della Centrale di Brindisi. Entro il 1 gennaio 2021, l’azienda ha annunciato che la centrale a carbone sarà chiusa per avviare poi un processo di conversione dell’impianto a gas.
La Centrale Federico II di Brindisi: chiusa entro il 1 gennaio 2021
La Centrale Federico II di Cerano, nei pressi di Brindisi, è una centrale termoelettrica a carbone di proprietà di Enel con una capacità di 2640 MW. Si tratta di una delle più grandi centrali termoelettriche d’Italia che si estende su oltre 250 ettari di terreno.
Il rendimento energetico di questa centrale si aggira sul 40% ma si tratta anche di uno dei principali produttori di anidride carbonica nel nostro paese. La centrale a carbone di Brindisi è un colosso composto da quattro blocchi da 660 MW ognuno, che nel complesso ha il compito di produrre lo zoccolo duro di chilowattora utile a garantire una produzione tale da evitare rapidi cali di produzione energetica. Il problema di questa centrale è la poca flessibilità, perché lenta ad accelerare e allo stesso tempo lenta a frenare e il suo pesante impatto ambientale.
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Il processo di decarbonizzazione dell’Enel
La richiesta da parte di Enel per la dismissione anticipata del Gruppo 2 della Centrale Federico II di Brindisi, era stata presentata a gennaio 2020 e ad oggi il Ministero dello Sviluppo Economico ha dato la sua approvazione.
L’obiettivo di Enel è la riconversione della centrale in un sito con impianto a gas, sulla base di una strategia più ampia che prevede la produzione di energia elettrica senza carbone. La posizione di Enel è in linea con il progetto di intervento proposto dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC).
Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC)
Il PNIEC è frutto della collaborazione tra il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. All’interno del testo sono inserite le novità proposte dalla Legge sul Clima e quelle sugli investimenti per il Green New Deal (legge di bilancio 2020).
Di fatto il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il clima 2030 è uno strumento per dare il via ad una nuova politica energetica e ambientale che tuteli l’ambiente e nello stesso tempo valorizzi la società e l’economia di tutto il territorio nazionale. Le cinque linee di intervento proposte nel piano sono:
- decarbonizzazione
- efficienza e sicurezza energetica
- sviluppo del mercato interno dell’energia
- ricerca
- innovazione e competitività
Il progetto di decarbonizzazione Enel passo dopo passo
La decarbonizzazione è un obiettivo che Enel vuole raggiungere nella complessità dei suoi impianti che non riguarda solo l’Italia. Infatti è dello scorso 28 maggio 2020 l’annuncio della chiusura dell’ultimo impianto a carbone in Cile entro il 31 dicembre 2020.
Per quanto riguarda Brindisi, il primo step della dismissione dell’impianto a carbone è fissato per il 1 gennaio 2021, quando il Gruppo 2 verrà chiuso per primo per poi arrivare alla chiusura di tutto l’impianto entro il 2025. Le tempistiche sono legate alla necessità di garantire il servizio di rete elettrica su tutto il territorio nazionale.
Fonti rinnovabili e nuove necessità ambientali Il processo di decarbonizzazione degli impianti è legato anche alla necessità di avere centrali termoelettriche flessibili in grado di supportare le fonti rinnovabili che hanno raggiunto nel nostro paese il 50% della produzione di energia. Questa percentuale però, è molto instabile e dipende dalla costanza o incostanza del sole, della pioggia e del vento. Per questo al fianco di energie rinnovabili pulite è necessario un supporto con centrali termoelettriche più veloci nell’intervento per evitare che i consumatori si trovino con cali di energia.