Crisi Gas: come ridurre la dipendenza dalla Russia? Arriva l'Energy Compact

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Crisi Gas Russia.
I provvedimenti dell'Unione Europea contro il caro gas sono riuniti nel nuovo Energy Compact.

La Commissione europea si prepara a varare il nuovo “Energy Compact”, pacchetto di provvedimenti che puntano a ridurre la dipendenza del Vecchio Continente dalle forniture di gas della Russia. Scopriamo quali sono questi interventi, e perché l’Italia è uno dei paesi che ha maggiormente da guadagnare da questo piano anti-crisi.

È possibile ridurre la dipendenza energetica dalla Russia? Se sì, quali sono le strade che possiamo percorrere? Quanto tempo ci vorrà?

Per combattere la crisi delle forniture di gas, l’Unione Europea conta di mettere in campo diversi provvedimenti di ampio respiro, riuniti nell'Energy Compact. Eccoli in una rapida panoramica:

Energy Compact UE: interventi contro la crisi gas dalla Russia
Intervento Descrizione
Tassazione extra sui profitti Si prevede una tassazione temporanea di tutte le attività impegnate nella produzione di energia.
Importazione di GNL Si punta ad aumentare l'import di gas naturale liquido, soprattutto da paesi come Stati Uniti e Qatar.
Pannelli solari Verranno introdotte condizioni favorevoli per l'installazione di pannelli solari sui tetti delle abitazioni.
Termostati a 21° Per ridurre il consumo di gas e diminuire gli effetti del cambiamento climatico, verrà consigliato di abbassare i termostati a 21 gradi.
Idrogeno e biogas Due fonti di energia pulita che possono ridurre ulteriormente la dipendenza dal gas russo.
Fertilizzanti alternativi L'obiettivo è sostituire i fertilizzanti classici, di produzione russa, con alternative prodotte in Europa.
Sfruttare l'eolico Si punterà a progettare ulteriori impianti di energia eolica grazie a incentivi e nuovi fondi.
Energia nucleare La produzione di energia nucleare verrà presumibilmente incrementata (nei Paesi dove ciò è possibile).
Sostituzione vecchie caldaie Sostituendo le vecchie caldaie a gas con pompe di calore è possibile risparmiare.
Risparmi per imprese e trasporti Grazie ai fondi destinati ai singoli Stati, si avrà modo di ridurre la spesa di gas per imprese e trasporti.

A rafforzare l'intenzione Italiana di arrivare ad una piena indipendenza energetica dalla Russia arrivano anche le dichiarazioni dell'8 marzo 2022 del Ministro Cingolani riportate su Il Messaggero:

Importiamo dalla Russia ogni anno circa 29 miliardi di metri cubi di gas. [...] Abbiamo fatto un'operazione estremamente anticipata e rapida ed entro la primavera inoltrata circa 15-16 miliardi di metri cubi saranno rimpiazzati da altri fornitori.
Stiamo lavorando con impianti nuovi, rigassificazione e contratti a lungo termine, rinforzo delle nostre infrastrutture e ragionevolmente in 24-30 mesi dovrebbero consentirci di essere completamente indipendenti.

Roberto CingolaniMinistro della Transizione Ecologica

Tabanelli, presidente di Nomisma, ha dichiarato recentemente che i prezzi delle bollette cresceranno ancora da aprile a causa della guerra tra Russia e Ucraina.

Intanto l'Italia procede con nuovi piani d'azione per calmierare l'aumento dei prezzi: ecco il Decreto Taglia Prezzi!

Che direzione ha scelto di seguire l'Italia per l'indipendenza dal gas russo?

Vediamo adesso di approfondire uno per uno i vari temi evidenziati.

Un anno dall'Inizio delle Guerra: come ha influenzato il prezzo del gas? IL 2022 è stato un anno molto duro a causa delle instabilità geopolitiche e alle conseguenze che queste hanno avuto sui prezzi e quindi sui cittadini. Facciamo un passo indientro e andiamo ad analizzare tutti gli avvenimenti che durante l'anno hanno scosso il mercato energetico.

1 Tassazione sui profitti extra delle aziende

Uno dei primi punti evidenziati dalle bozze dell’Energy Compact riguarda la tassazione dei profitti extra fatti registrare dalle compagnie energetiche durante gli ultimi mesi. I fondi ricavati andrebbero a finanziare investimenti nelle energie rinnovabili, oltre che interventi di ammodernamento della rete.

Si tratta di una strada seguita anche dal nostro governo, se è vero che durante la presentazione dell’ultimo decreto caro bollette bis, il Presidente del Consiglio Mario Draghi si era espresso in questi termini:

C’è bisogno che i grandi gruppi e gli operatori che hanno ottenuto profitti dai rincari contribuiscano ad alleviare il peso enorme che il caro bollette sta esercitando sulla vita di famiglie e imprese. Facciamo presto.

Mario DraghiIl Fatto Quotidiano, articolo “Caro bollette, 6 miliardi dal governo. Draghi: “Ci aspettiamo che grandi gruppi condividano il peso dei rincari”. Conte: “Facciamo presto”

La differenza tra il provvedimento europeo e quello italiano, però, è nei dettagli. L’Energy Compact comunitario prevedrebbe una tassazione temporanea di tutte le attività impegnate nella produzione di energia. La versione approvata dal nostro esecutivo, invece, insiste solo sui produttori di energia rinnovabile.

Tassazione sui profitti extra delle aziende di produzione di energia.
La tassazione temporanea dovrebbe colpire i profitti extra delle aziende energetiche.

Un mercato pieno di protagonisti differentiIn campo energetico non tutte le aziende ottengono dei profitti straordinari in egual misura dalla crisi dei prezzi alti. Per molti produttori infatti è una prassi vendere l'energia elettrica in anticipo, vanificando così l'effetto del profitto extra dovuto al forte rincaro dei prezzi.

2 Puntare sull’import di GNL

La diversificazione dell’approvvigionamento di fonti di energia è uno dei cardini dell’azione dell’Energy Compact. Tradotto in provvedimenti concreti, ciò porterebbe a una maggiore importazione di GNL, il gas naturale liquefatto. Ad aprire la strada è stata la Germania, che ha già rispolverato i progetti relativi ad alcuni terminal di distribuzione. L’idea dell’Europa sarebbe quella di stringere nuovi accordi con Qatar e Stati Uniti.

Nello specifico:

  • Nel 2020, gli Stati Uniti hanno inviato in Europa il 40% del loro gas naturale liquido, a copertura del 20% della domanda interna del Vecchio Continente. La quota è destinata ad aumentare nei prossimi mesi;
  • Il Qatar è uno dei grandi produttori di GNL. La sua posizione geopolitica, però, è complessa. Dopo essere uscito dall’OPEC (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio) nel 2019, il Paese arabo è entrato nell’orbita russa, di cui però ha condannato le recenti operazioni militari in Ucraina. Il 70% del gas liquido prodotto dal paese, inoltre, viene esportato in Cina.

A questo proposito, nella bozza di Energy Compact è possibile leggere una interessante considerazione effettuata dalla Commissione europea:

Il GNL trasportato via nave dimostra di essere un elemento importante nella riduzione della nostra dipendenza dal gas russo importato, e può rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento.

Commissione europeaEuractiv, articolo “LEAK: EU drafts plan to ditch Russian gas”.

L’Italia, da par suo, ha di recente stretto un accordo con l’Algeria per la fornitura di due miliardi di metri cubi di gas, che verrà trasportato attraverso il gasdotto Transmed. Anche un’altra rete di approvvigionamento, il TAP, dovrebbe vedere l’arrivo di nuovo gas metano dall’Azerbaijan.

Maggiore importazione di GNL, gas naturale liquido.
Il GNL, gas naturale liquido, sostituirà parte delle forniture di gas russo.

3 Maggiore spazio (e incentivi) per i pannelli solari

Guardare ai grandi scenari internazionali e al mercato interno. Questo è il delicato equilibrio su cui si muove l’Energy Compact, che dovrebbe includere nuovi incentivi per la creazione di impianti di generazione di energia da fonti rinnovabili.

In particolare, verranno assicurate condizioni favorevoli per l’installazione di pannelli solari sui tetti delle case. Una iniziativa che, difatti, andrà a sovrapporsi a quelle dei singoli stati. L’Italia, a questo proposito, punta da diverso tempo sull’energia del sole, con investimenti e incentivi che spingono in direzione di un maggiore utilizzo dei pannelli solari.

Pannelli solari sui tetti delle case, la ricetta di Energy Compact.
L'Energy Compact prevede incentivi per l'installazione di panelli solari.

4 Lotta agli sprechi: termostati da 22 a 21 gradi

La dimensione globale e locale dei provvedimenti progettati dall’Unione Europea trova conferma anche nei dettagli legati all’utilizzo dei termosifoni. In particolare, si andrebbe verso un provvedimento che punta ad abbassare la temperatura media di caloriferi e sistemi di riscaldamento.

Al momento, la media europea è di 22°, mentre si punta ad arrivare a 21°. In questo modo, si cerca di limitare gli impatti del cambiamento climatico e, al contempo, di limitare il consumo di gas.

E tu sei pronto ad abbassare la temperatura di casa tua?

L'Energy Compact consiglia di impostare il termostato a 21 gradi.
L'Energy Compact suggerisce di abbassare la temperatura degli impianti di riscaldamento.

5 Nuove alternative: idrogeno e biogas

La strada scelta per ridurre la dipendenza dal gas russo vede nell’utilizzo delle rinnovabili uno dei capitoli centrali. Tra i punti di maggiore importanza, in questo senso, si segnalano:

  • L’obiettivo di arrivare a 35 miliardi di metri cubi di biogas prodotti nel 2030;
  • L’introduzione del cosiddetto “Hydrogen Accelerator”, strumento che consentirà di aumentare la capacità installata di elettrolizzatori. Verrà facilitata, inoltre, l'erogazione di aiuti statali per i progetti sull’idrogeno rinnovabile.

Gli interventi sull’idrogeno, in particolare, vogliono accelerare i primi provvedimenti in materia introdotti già lo scorso dicembre. In quell’occasione, erano già stati previsti aiuti di stato legati a questa specifica fonte. Investire fortemente in idrogeno e biogas (oltre che in fotovoltaico) è giudicata una iniziativa di carattere fortemente strategico, sia sul piano energetico che geopolitico. Prova ne è la dichiarazione della Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che si è espressa in questi termini:

È un investimento strategico, perché meno dipendenza dalla Russia significa anche meno soldi per il bottino di guerra del Cremlino.

Ursula von der LeyenIl Fatto Quotidiano, articolo “Guerra Russia-Ucraina, tutti i piani per ridurre l’import europeo di gas dalla Russia. Un grado in meno sul termostato e tasse sugli extraprofitti delle società energetiche”.
Biogas e idrogeno saranno fonti energetiche sempre più importanti.
Un impianto di produzione di biogas. Queste strutture diventeranno sempre più importanti, secondo l'Energy Compact.

6 Utilizzo di fertilizzanti alternativi

Gli aiuti alle imprese previsti dall’Energy Compact sono diversi. Tra questi, ci sono quelli dedicati alle attività agricole che consumano più energia. I provvedimenti europei, allora, dovrebbero prevedere speciali sussidi per l’acquisto di fertilizzanti alternativi.

Si tratta di una mossa necessaria, visto che i fertilizzanti tradizionali sono fortemente legati all’utilizzo di gas. Il loro costo, di conseguenza, è aumentato di circa il 142% in un anno, con conseguente aumento del prezzo finale dei prodotti alimentari.

7 L’importanza dell’energia eolica

In modo simile a quanto visto per l’energia solare, il nuovo Energy Compact europeo dovrebbe prevedere incentivi per gli impianti eolici. Al momento, non sono stati specificati cifre e obiettivi. Certo è che, stando alle dichiarazioni di Ursula von der Leyen, l’importanza rivestita dalle rinnovabili sarà sempre più elevata:

Ogni kilowattora di elettricità che l’Europa genera da sole, vento, biomassa e acqua riduce la nostra dipendenza dal gas russo e da altre fonti.

Ursula von der LeyenEuractiv, articolo “LEAK: EU drafts plan to ditch Russian gas”.
L'energia eolica è una delle strade per ridurre gli effetti della crisi del gas.
L'energia eolica può avere un ruolo cardine nell'alleviare gli effetti della crisi del gas.

8 Il ruolo (presente e futuro) del nucleare

Se si parla di “nuove” fonti di produzione di energia, ecco che il nucleare rientra necessariamente in gioco. Un discorso complesso e che presenta dinamiche fortemente differenti da Stato a Stato. Certo è che l’obiettivo sembra essere quello di un migliore sfruttamento degli impianti già esistenti. Un traguardo che in alcuni paesi – come la Francia – appare piuttosto raggiungibile (a patto di rimettere in sesto molte delle centrali attualmente chiuse per manutenzione).

Per saperne di più sull’argomento, puoi leggere il nostro articolo su pro e contro del nucleare.

Le centrali nucleare rivestiranno un ruolo importante per ridurre la ciris del gas.
Il corretto funzionamento delle centrali nucleari è di prima importanza nell'Energy Compact UE.

9 Sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore

I minori consumi di energia e gas passano anche da iniziative concrete dei singoli cittadini. Tra le altre, l’Energy Compact spinge per l’installazione di moderne pompe di calore, in sostituzione dei vecchi modelli a gas.

Il nostro Paese, in questo senso, si è mosso già con un certo anticipo con il bonus caldaia, che prevede detrazioni fino al 50%, 65% e 110% a seconda dei casi, a seguito dalla sostituzione con pompe di calore ma anche con caldaie tradizionali ad alta efficienza.

10 Risparmio di gas per imprese e trasporti

Altri obiettivi di ampio respiro riguardano i risparmi di gas nei trasporti e da parte delle imprese. Si tratta di iniziative che possono trovare evidente sostegno nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede ingenti fondi per la transizione energetica e lo sfruttamento più efficiente delle energie rinnovabili.

La parola chiave, quindi, è “risparmio”. Tutto il contrario di “aumento”, che in un primo tempo era stata segnalata come la ricetta prevista dall’Italia. L’incremento di produzione nazionale, pertanto, non sembra essere una soluzione percorribile per alcune ragioni:

  • Il previsto aumento di 2 miliardi di metri cubi di gas l’anno, dichiarato dal governo, ammonterebbe solo al 6% delle importazioni di gas russo;
  • L’aumento della produzione porta a costi di estrazione molto elevati, cui corrisponderebbero ingenti interventi fiscali per mitigare i prezzi;
  • L’incremento della produzione di gas è in contraddizione con gli impegni italiani sottoscritti nel G20 e durante la conferenza Cop26 del 2021.
Sono diverse le misure dell'Energy Compact per il risparmio di gas di imprese e trasporti.
Diverse aziende colpite dal caro gas (come quelle agricole) saranno incentivate a utilizzare fonti rinnovabili.

Gli obiettivi complessivi dell’Energy Compact

Dopo aver delineato a grandi linee gli interventi dell’Energy Compact, vale la pena specificare quale sia la visione di fondo. L’obiettivo della Commissione europea sarebbe quello di aumentare i livelli minimi di stoccaggio di gas (almeno l’80%) entro il 30 settembre 2022. In studio ci sarebbe anche una sorta di meccanismo che dovrebbe assicurare il raggiungimento di tali livelli nel caso la quota restasse troppo bassa in certi Paesi.

Raggiungere questi obiettivi è veramente importante. Lo si può ben comprendere dalle parole contenute nella bozza di Energy Compact pubblicata negli scorsi giorni:

Per anticipare i benefici dell’European Green Deal in termini di sicurezza dell’approvvigionamento e ridurre la nostra dipendenza da un fornitore dominante per le importazioni di gas naturale, il New Energy Compact aumenterà le energie rinnovabili in Europa mobilitando ulteriori investimenti, rimuovendo gli ostacoli allo sviluppo delle energie rinnovabili e consentendo ai consumatori di svolgere un ruolo attivo nel mercato dell’energia.

Commissione europeaRinnovabili.it, articolo “Crisi prezzi dell’energia, verso il New Energy Compact europeo”.

Perché l’Energy Compact riguarda (non solo) l’Italia

L’idea comune è che l’Italia sia una delle nazioni maggiormente colpite dalla crisi del gas russo. Questo è sicuramente vero, ma è altrettanto corretto dire che sono molti altri gli Stati che risentono delle difficoltà di approvvigionamento. In particolare, Paesi come Germania e Bulgaria registrano una dipendenza ancora superiore alla nostra, stando ai dati raccolti da Statista e illustrati in questa grafica:

La dipendenza dal gas russo dei vari stati euroei in percentuale.
La percentuale di importazione di gas russo dei vari paesi europei (Fonte: Statista).

È evidente che a essere maggiormente penalizzati siano gli Stati dell’Europa settentrionale e centro-orientale. In alcuni casi (Macedonia, Bosnia ed Erzegovina), si arriva a un 100% di dipendenza. L’Italia, dal canto suo, rientra in una situazione intermedia, dove si trovano anche Polonia e Germania. Olanda, Romania e Georgia, invece, si limitano al 10%.

Caso veramente particolare è quello dell’Ucraina, Stato salito tristemente agli onori delle cronache per via dell’offensiva militare scatenata dalla Russia a fine febbraio. Questo paese, in principio, risultava tra i maggiori importatori di gas russo. Dopo il 2015, complici probabilmente le vicende della crisi in Crimea del 2014, l’importazione è totalmente legata a paesi europei.

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Gli interventi dell’Energy Compact dovrebbero portare, si spera, a far rientrare la crisi di gas ed elettricità che ormai da mesi attanaglia famiglie e imprese. Nell’attesa di capire quali saranno gli effetti dei provvedimenti decisi da Bruxelles, hai modo di incidere nel concreto sulla tua spesa per le utenze di metano ed elettricità.

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