Enel chiuderà tutte le Centrali a Carbone entro il 2025!
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Carlo Tamburi ha dichiarato, alla Commissione bilancio della Camera, l'intenzione di Enel di chiudere tutte le centrali elettriche a carbone entro il 2025 e, parallelamente, concentrarsi sulle risorse rinnovabili.
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Carlo Tamburi, direttore di Enel Italia, ha condiviso la volontà del gruppo di chiudere tutte le centrali elettriche a carbone durante la Commissione di Bilancio della Camera sul Recovery Fund. Leggi anche: "Recovery Fund: le proposte di Enel per la ripartenza".
Enel, quindi, vuole chiudere tutti gli impianti a carbone entro il 2025 e riconvertirli in centrali elettriche a fonti rinnovabili. Per farlo, aspetta le autorizzazione entro l'inizio del 2021.
Enel Brindisi: inizia la dismissione della Centrale
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Durante la Commissione di Bilancio della Camera per l'audizione sul Recovery Fund, l'amministratore delegato di Enel, Carlo Tamburi, ha dichiarato:
Enel chiuderà tutti i suoi impianti a carbone in Italia entro il 2025.
Se arriveranno le autorizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico entro il 2021, il gruppo potrà iniziare dunque il processo di dismissione delle centrali e cominciare le aste con capacity market (paracadute del mercato elettrico per evitare interruzioni del servizio tramite misure di sicurezza).
Il risultato che vuole ottenere il gruppo, quindi, è di riconvertire le sue centrali in strutture ecosostenibili, a favore di gas e fonti rinnovabili.
E l'amministrato delegato, durante il suo discorso alla Commissione, ha più volte ribadito questo concetto, in un'ottica più ampia e che comprende tutto il nostro Paese:
Creeremo energia da rinnovabili e daremo energia da idrogeno all'Ilva di Taranto.
Tamburi, inoltre, continua a sottolineare che l'impegno dell'azienda verso l'ambiente non sono solo parole, anzi, queste sono avvalorate dagli ingenti investimenti, circa tre miliardi ogni anno, che dirige nella realizzazione di impianti di energia pulita e nella riduzione dell'impatto ambientale.
Che cos'è il Recovery Fund? Un fondo di recupero istituito per far fronte alla crisi economica scaturita dalla pandemia generata dal COVID-19 e contribuire concretamente alla ripresa dei Paesi Europei più colpiti.
Le Prossime chiusure: Brindisi, Fusina, La Spezia, Civitavecchia
Il processo di riconversione degli impianti a carbone è un percorso che non riguarda solo l'Italia. La visione dell'azienda, in realtà, ha un respiro molto più ampio perché, l'intenzione del gruppo è di ridurre l'impatto di questa tipologia di centrali a livello globale.
Infatti, già il 28 maggio 2020, Enel ha annunciato che entro il 31 dicembre dello stesso anno avrebbe chiuso l'ultimo stabilimento a carbone in Cile.
Tornando al nostro Paese, quindi:
Enel punta a chiudere i suoi quattro impianti a carbone sul territorio italiano entro il 2025. Per garantire la sostenibilità del sistema elettrico il carbone sarà sostituito con un mix di energie rinnovabili e gas.
Il processo di decarbonizzazione parte dal prossimo anno, perché il gruppo ha già ottenuto l'autorizzazione per chiudere le centrali di Brindisi 2 (che verrà chiusa definitivamente il 1/1/2021). Poi, le prossime in lista sono Fusina, La Spezia e Civitavecchia.
A seguire, Enel ha dei piani anche per il sud.
L'intento infatti é:
Decuplicare la capacità produttiva di pannelli fotovoltaici del sito di Catania.
La Sicilia, però, non è l'unica Isola in cui vuole implementare le risorse a impatto zero, anche la Sardegna è nel suo mirino verde, tant'è che l'amministratore delegato incalza:
Daremo energia da idrogeno a Taranto.
L'obiettivo finale del gruppo, quindi, è diventare sempre meno impattante per il territorio e, di conseguenza, puntare sulle rinnovabili.
Nei prossimi 10 anni la capacità installata dovrà essere raddoppiata per l'eolico arrivando a 10 GW e per il fotovoltaico si dovrà passare da 20 GW a 50-52 GW
Per Enel, quindi, questo passo fa parte di una strategia di conversione non solo dal carbone alle rinnovabili, ma da una politica energetica tradizionale a un visione dell'energia innovativa ed eco sostenibile.