Le bollette luce e gas aumentano: come sarà il lungo inverno dell'energia?
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I prezzi di luce e gas stanno aumentando e potrebbero continuare a farlo. Per l’energia elettrica, i problemi maggiori sono legati all’uso di fonti fossili a discapito delle rinnovabili. Sul fronte del metano, invece, le tante dinamiche geopolitiche (compresa la rielezione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump) minano gli equilibri di un mercato fragile.
Si preannuncia un inverno lungo e difficile. Sembra essere questa una possibile sintesi dello stato del settore energetico globale all’avvicinarsi del fulcro della stagione fredda, a causa di problematiche di diversa natura. Cerchiamo di sintetizzarle, prima di approfondirne meglio tutte le varie sfumature.
Cosa ci attende dall'aumento dei prezzi dell'energia
Le cose da sapere per arrivare preparati ai rincari dell'inverno.
1️⃣ Che succede nel mercato luce?
- La debolezza della produzione idroelettrica ed eolica spinge l'Europa a un maggiore utilizzo delle fonti fossili, su tutte il gas naturale, con un conseguente aumento dei prezzi all'ingrosso.
2️⃣ Quali sono le difficoltà nel settore gas?
- I costi del metano sui mercati internazionali continuano a salire a causa del clima freddo, della bassa produzione da rinnovabili e da una generale instabilità geopolitica.
3️⃣ C'è un modo per sfuggire ai rincari?
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Perché aumentano le bollette della luce?
Se le rinnovabili non decollano, spazio alle centrali a gas. È questa la dinamica che sembra stia caratterizzando questa fase storica nel settore dell’energia elettrica. Da una parte, infatti, si registra una contrazione di idroelettrico ed eolico, unita a un fisiologico calo stagionale del solare. Dall’altra, ecco la forte ripresa della produzione delle centrali a gas. I numeri aiutano a comprendere meglio cosa sta succedendo:
- in Italia si assiste al fenomeno che viene identificato dal termine tedesco “dunkelflaute”. Scarsa ventosità e bassa insolazione fermano l’uso delle rinnovabili, alla quale si aggiunge un calo dell’idroelettrico. Ciò spiega in parte la diminuzione dell’uso delle fonti pulite, che scende dal 41,5% del novembre 2023 all’attuale 34%;
- sul fronte della domanda, si registra una moderata ripresta (+1,4% rispetto a un anno fa). Per soddisfare tale richiesta, visto che le rinnovabili non vanno, bisogna rivolgersi ad altre fonti. Ecco allora che le centrali a gas (il cui uso è aumentato del 43,5% rispetto a 12 mesi fa) soddisfano quasi il 40% della domanda. Nel novembre 2023, il dato era del 28%. In generale, le fonti fossili (compresi anche carbone e olio combustibile) coprono quasi il 50% dei consumi;
- tutto ciò si ripercuote sul valore del PUN Index GME (l'ex PUN), ovvero il costo dell’energia elettrica all’ingrosso. La media di novembre è stata pari a 130,80 €/MWh, il massimo da aprile 2023, con un aumento del 12,2% rispetto a ottobre 2024 e del 7,5% su novembre 2023. Rialzi di questo tipo (se non in misura maggiore) si sono verificati in tutti i principali mercati europei.
Utilizzare di più le fonti fossili per produrre energia vuol dire impiegare più metano. Ciò significa che, con un vero e proprio effetto domino, l’aumento delle quotazioni all’ingrosso della luce porta a un incremento del valore del gas sui mercati.
In attesa dell’inverno, il costo del gas torna a salire
La situazione del settore gas, se possibile, appare ancora più complessa di quella della luce.
Partiamo analizzando i dati numerici: il valore del TTF (le quotazioni del gas sul mercato di Amsterdam, riferimento per l’Europa) per i contratti di fornitura di gennaio 2025 segna rialzi giornalieri. Da fine novembre, i valori oscillano tra i 46 €/MWh e i 48 €/MWh. La stessa dinamica è applicabile al contesto italiano.
I fattori che portano a questi rialzi sono identificabili in:
- 📈 ripresa stagionale della domanda – se fa più freddo si usano i termosifoni, e ciò porta a maggiori consumi. A questo proposito, se vuoi sapere quando sono stati attivati i caloriferi nella tua zona, ti basta leggere il nostro speciale sull'accensione dei riscaldamenti nel 2024;
- ☔ fattori meteorologici – le temperature del periodo sono risultate più fredde delle medie stagionali;
- 💨 rinnovabili marginali – l’impiego di fonti energetiche rinnovabili a sostegno della domanda termoelettrica di gas è limitato;
- 🛢️ gestione degli stoccaggi – la commissione UE ha fissato obiettivi intermedi di riempimento degli stoccaggi più stringenti rispetto al passato. Ciò ha portato a un aumento degli acquisti anche a condizioni non sempre vantaggiose.
Non a caso, il prezzo del PSV sale…
Nel comunicato mensile di ARERA, l’Autorità per la Regolazione di Energia, Reti e Ambiente ha sottolineato che il valore del PSV (il costo all’ingrosso del gas in Italia) è aumentato del 4,6% rispetto a ottobre. Si tratta di un dato che interessa sia i clienti nel Servizio di Tutela della Vulnerabilità, sia chi è nel mercato libero con una tariffa indicizzata.
In questo quadro così complesso ci sono però anche elementi che tengono a bada i prezzi. Proprio il livello degli stoccaggi si rivela ampiamente sopra le medie pluriennali. Le forniture di GNL (gas naturale liquefatto) sono disponibili in buona quantità e la domanda industriale resta debole.
Tolti i fattori di aumento fisiologico del costo del metano, c’è da considerare un'altra variabile, ovvero la gestione geopolitica del prossimo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
La variabile Trump e le tensioni geopolitiche
L’inizio del 2025 segnerà il ritorno in scena di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti. Si tratta di un tassello che andrà a rendere ancora più complesso il quadro geopolitico internazionale. Un dato può far capire quale potrebbe essere l’impatto: fino al 19% delle importazioni gas europee è a rischio anche per via delle politiche promesse dal tycoon americano su petrolio, gas e rame.
Tralasciando tutte le complicate questioni legate all’introduzione dei dazi, emerge un dato: a fine 2024 scadrà il contratto che consente alla Russia di far transitare il proprio gas attraverso l’Ucraina e, da lì, in Europa. A meno di clamorosi colpi di scena, l’accordo non verrà rinnovato. In attesa di capire se si riuscirà a deviare i flussi dall’Azerbaijan, il rischio è che almeno il 5% delle forniture attese nel Vecchio Continente vada in fumo.
Ciò porterebbe il TTF a superare stabilmente la soglia dei 45 €/MWh, almeno fino a febbraio 2025. A quel punto, sarà necessario capire a che livello saranno gli stoccaggi europei: se non saranno scesi troppo rispetto alle medie degli ultimi anni, il prezzo all’ingrosso potrebbe tornare a diminuire.
Ma visto che al peggio non c’è mai fine, la riduzione delle esportazioni russe minaccia di arrivare fino a un problematico 19%. È quello che succederà se le nuove sanzioni verso il gigante del gas russo Gazprom venissero confermate, e se le multe americane contro i flussi di GNL russi fossero inasprite. Tutto ciò renderà molto più costoso riempire gli stoccaggi il prossimo anno, con aumenti fino al 30%.
Come ci si difende dai rincari? Bloccando il prezzo con la tariffa giusta!
La situazione del mercato energetico, come si è capito, è estremamente fluida. Al di là di dazi, quotazioni di borsa e decisioni politiche, quello che importa è la cifra da pagare segnalata in bolletta. Fortunatamente è possibile agire concretamente sulla gestione delle proprie utenze di luce e gas si può.
Per cercare di sfuggire al grande clima di incertezza, dovresti affidarti ai veri esperti del settore. Noi siamo qui per questo: dal 2007, l'obiettivo di Selectra è quello di aiutarti a risparmiare in bolletta in modo chiaro, trasparente e senza sorprese. Il nostro consiglio è quello di attivare un’offerta a costo bloccato prima che la situazione peggiori ulteriormente. Dai uno sguardo alle migliori tariffe a prezzo fisso per valutare se esiste un’alternativa davvero adatta alle tue esigenze.
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Ti lasciamo una notizia in anteprima: "Un anno dalla fine del tutelato gas: per i vulnerabili prezzi alti e poche garanzie".