Parigi spegne la luce: che succede con i possibili cali dell’export dalla Francia?

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Aumento prezzi luce agosto 2024.
La Francia è pronta a tagliare le esportazioni di energia verso l'Italia e gli altri paesi: che succede alle bollette della luce?

Il gestore della rete elettrica francese RTE annuncia possibili tagli all’esportazione di elettricità verso l’Italia e altri paesi europei. Tutto ciò potrebbe costringere ad aumentare la produzione di corrente da mezzi più costosi (come il gas), portando a bollette più pesanti, già a partire dal mese di agosto.

Con una nota diffusa nei giorni scorsi, la Réseau de Transport d’Électricité (RTE) ha annunciato che dal 29 luglio all’8 settembre 2024 potrebbero essere messe in atto limitazioni all’export di elettricità.

Si tratta di una notizia che potrebbe minare la stabilità dell’intero sistema energetico del Vecchio Continente. Cerchiamo allora di sintetizzare i temi più importanti, prima di approfondire quali potrebbero essere le ricadute sul nostro Paese e non solo.

Stop all'export di energia francese - le cose da sapere

I punti salienti della vicenda.

1️⃣ Cosa è successo?

  • Pochi giorni fa, RTE ha annunciato possibili tagli all’export di elettricità verso Italia, Germania, Belgio e altri paesi europei. Dietro alla decisione ci sarebbero non precisati problemi strutturali che costringerebbero la Francia a prendere queste misure proprio ora, nel periodo estivo, quando il gran caldo fa aumentare la domanda di energia elettrica.

2️⃣ Perché è una brutta notizia?

  • Diversi analisti sono preoccupati perché temono che lo stop all'export francese possa portare a un innalzamento dei prezzi nel nostro Paese e in Europa già a partire da agosto. Per far fronte alla domanda di consumi ancora molto alta, infatti, si dovrà aumentare la produzione di elettricità da mezzi più costosi (come le centrali a gas).

3️⃣ È possibile mettersi al riparo dagli aumenti?

  • Per sfuggire ai meccanismi di rialzo del mercato è possibile identificare un'offerta del mercato libero a prezzo fisso, che consente di pianificare per tempo la spesa per l'elettricità. Per ottenere supporto, contatta gli Esperti di Selectra  telefonando al numero 02 8295 8097 02 8295 8097prendendo un appuntamento.

Il sistema europeo e la dipendenza energetica italiana dalla Francia

Per sua natura, il sistema energetico europeo è largamente interconnesso. Un meccanismo che, nell’ultimo periodo, è andato a rafforzarsi sempre di più. Come riporta il grafico seguente, diffuso dalla stessa RTE, le esportazioni francesi verso l’est Europa (Italia, Austria, Belgio, Germania, Paesi Bassi, Polonia e non solo) nel primo semestre 2024 hanno toccato il loro picco, con oltre 30 TWh.

Il grafico delle esportazioni di energia francese nel primo semestre degli ultimi 10 anni.
Le esportazioni di energia elettrica dalla Francia verso l'Europa sono cresciute nel primo semestre 2024.

Dal primo semestre 2022 al 2024, i flussi verso Svizzera, Germania e Belgio sono quadruplicati. Rispetto al periodo 2014-2020, l’aumento è del 30%. 

In tutto questo, l’Italia appare come uno dei paesi più esposti. Secondo quanto dichiarato da Carlo Stagnaro, direttore dell'Istituto di ricerca Bruno Leoni, nel 2023 circa il 40% delle importazioni delle società elettriche in Italia erano francesi.

Questo sarebbe il problema principale. Secondo RTE, il flusso troppo elevato verso i paesi esteri rende necessaria l’introduzione di misure di sicurezza per garantire l’approvvigionamento nazionale. Da qui, come si legge nel comunicato diffuso dal gestore francese, nasce l’esigenza di “interruzioni pianificate nella fornitura” per “assicurare il buon funzionamento della rete.”

Quali sono le ricadute per l’Italia?

La posizione dell’Italia sembrerebbe piuttosto delicata. Francesco Sassi, analista del think tank Reimagine Europa (RIE), è piuttosto netto sull’argomento, dichiarando che il nostro Paese sarebbe quello “più esposto al rischio di aumento dei prezzi”. Perché il pericolo maggiore, infatti, è proprio questo:

  1. se la Francia taglia l’export di energia elettrica, è necessario trovare un’altra fonte di approvvigionamento. Ciò vale soprattutto nel breve termine, visto che durante l’estate i consumi di corrente aumentano con l’uso dei condizionatori e non solo;
  2. la via più rapida è aumentare la produzione tramite l’uso di gas;
  3. tale soluzione, però, è anche più costosa, e ciò potrebbe avere un impatto sulle bollette della luce.

E visto che l’Italia ha il “sistema elettrico più debole d’Europa”, come dice Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, le ricadute potrebbero essere evidenti. Difatti, la Francia ha già ridotto le esportazioni verso il nostro paese a 2 GW, quasi la metà della media registrata nei mesi di gennaio e febbraio. 

Prima di farsi prendere dal panico è giusto dire però che è presto per comprendere quale sarà l’impatto dell’iniziativa transalpina. Piergiacomo Sibiano, vicepresidente dell'Associazione italiana commercianti Aiget, suggerisce che l’aumento dei prezzi sarà gestibile, almeno ad agosto.

Come difendersi dai possibili aumenti?

Gabriele Martinelli, responsabile della ricerca elettrica europea presso LSEG, spiega che è “molto difficile” prevedere quale sarà il vero impatto dell’iniziativa francese sui prezzi dell’elettricità in Europa. L’incertezza prevale anche sul modo nel quale le restrizioni dovrebbero essere applicate. Le previsioni parlano di tagli di almeno metà dei flussi previsti nel periodo compreso tra agosto e settembre.

In tutta questa incertezza, come difendersi dai possibili aumenti? Una delle soluzioni proposte dagli Esperti di Selectra è quella di affidarsi alle offerte a costo fisso. Queste alternative bloccano il prezzo della componente energia per un dato periodo di tempo (12-24 mesi); si tratta proprio del fattore che, per via dell’iniziativa di RTE, potrebbe salire di più nel prossimo periodo. Dai uno sguardo al nostro confronto delle offerte luce, allora, per scoprire quale opzione fa più al caso tuo.

La situazione europea

L’iniziativa di RTE non è del tutto una novità. L’annuncio di una possibile riduzione delle esportazioni verso l’Europa era già stato anticipato lo scorso maggio, ed era seguito a una prima diminuzione dell’export verso Germania, Belgio e la stessa Italia. Nonostante i diversi mesi di preavviso, quindi, sembra che i problemi non siano stati risolti, sottolineando l’intrinseca fragilità del sistema energetico transalpino e, di conseguenza, europeo.

Una situazione simile, seppur con dinamiche differenti, era stata vissuta con la crisi del settore nucleare francese tra il 2021 e il 2023, con la Francia costretta a chiudere diverse centrali nucleari per manutenzione e altre motivazioni tecniche. Come allora, il paese transalpino torna quindi a essere al centro delle dinamiche energetiche europee.

La mossa di Parigi ha conseguenze dirette su numerosi Stati. Tra tutti, uno dei più in difficoltà appare la Germania, dove il differenziale tra la quotazione del prezzo all’ingrosso francese e quello tedesco è salito a 80 €/MWh, valore che non veniva toccato da 18 anni a questa parte.

Come risolvere questa situazione?

Il caso francese dimostra che persino una delle nazioni maggiormente avanzate dal punto di vista tecnologico in Europa possa risultare in difficoltà sul fronte energetico. La grande interdipendenza elettrica tra gli Stati del Vecchio Continente può essere riequilibrata solo attraverso investimenti in infrastrutture. Tra questi spicca il progetto di interconnessione HVDC SACOI3 tra Sardegna, Corsica e Toscana, incluso nel PNIEC 2024 (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima). Come fa notare Francesco Sassi, però, oltre ai progetti bisognerebbe introdurre una nuova mentalità:

"La transizione verso un sistema energetico centrato sulle rinnovabili richiede di modificare il nostro approccio alle interdipendenze energetiche. In concreto, ciò richiederebbe una riflessione multidimensionale, applicando i principi di equità e sicurezza umana al concetto di sicurezza energetica".

Francesco Sassi, Rivistaenergia.it – articolo “Francia: possibili tagli all’export di elettricità verso l’Italia”

Un cambio di passo che però al momento Parigi, al centro in questi giorni di un impasse politico e (potenzialmente) economico, non sembra essere pronto a compiere, preferendo la strada della chiusura.

Fonti da consultare

Articolo Rivista Energia

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