Catastrofe di Fukushima: il nucleare non si ferma!

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Nonostante i disastri di Chernobyl e Fukushima, la costruzione di centrali nucleari è in continua crescita in tutto il mondo, soprattutto nei paesi asiatici. Le grandi potenze non vogliono cedere, nonostante l'alto rischio ambientale e umano.

La storia insegna...

L'11 marzo 2011 lo tsunami prodotto da un terremoto colpì la costa orientale del Giappone provocando il peggior disastro nucleare, dopo lo scoppio della centrale nucleare di Chernobyl nel 1986. Il terremoto, causato da un forte sollevamento di una parte del fondale, con magnitudo 8,9 e epicentro sul fondo marino del Pacifico ha provocato conseguenze devastanti, creando uno tsunami con onde alte circa 10 metri.

Il maremoto ha danneggiato quattro dei sei reattori della centrale nucleare di Fukushima, provocando così esplosioni con fughe di radioattività pericolosissime per l’ambiente e soprattutto per l’uomo. Secondo Greenpeace, l'incidente ha rilasciato un livello di radioattività talmente alto da essere classificato di livello 7, cioè quello di massima gravità in base alla scala INES (scala internazionale degli eventi nucleari e radiologici).

Centrali nucleari in crescita

Dopo un disastro di tale entità, era sembrato che i leader politici di tutto il mondo avrebbero proceduto alla progressiva denuclearizzazione ma, nonostante gli investimenti in queste tecnologie abbiano subito una battuta d'arresto, negli ultimi mesi sono ripresi, con la costruzione di centinaia di reattori.

L'energia nucleare nel mondo continua a crescere, soprattutto nei paesi asiatici: in Cina, infatti, i reattori in costruzione sono numerosi e aumenteranno la capacità elettronucleare del paese del 66%. Per molti paesi, in particolare per le economie in rapida crescita, il nucleare è una soluzione, spesso sostenuta da motivazioni ambientaliste che fanno riferimento alla necessità di ridurre le emissioni prodotte da impianti a combustibili fossili.

Nucleare: accordo USA- India

Il presidente Usa Barack Obama e il primo ministro indiano, Narendra Modi, hanno stretto un accordo per l’avvio di lavori di costruzione di 6 reattori nucleari in India. India e US Export-Import Bank, quindi, lavoreranno insieme per un pacchetto di finanziamenti per costruire nuove centrali nucleari nel paese asiatico.

Secondo la Casa Bianca, la nuova iniziativa U.S.-India Clean Energy Finance mobiliterà fino a 400 milioni di dollari per fornire energia elettrica pulita a circa un milione di case indiane entro il 2020. Altri 40 milioni di dollari invece saranno impegnati per il finanziamento di energia rinnovabile su piccola scala, nei villaggi rurali più poveri e non ancora collegati alla rete.

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