Meglio il riscaldamento autonomo o centralizzato?

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Il riscaldamento della casa è un aspetto fondamentale per il comfort della famiglia. Ecco le differenze e i vantaggi di un impianto centralizzato e autonomo per poter scegliere quello più adatto.

impianto autonomo e centralizzato

Come scegliere tra autonomo e centralizzato?

La spesa per il riscaldamento delle abitazioni è una delle voci più consistenti nel conto familiare, soprattutto in quelle zone di Italia più fredde. Per questo motivo è importantissimo scegliere con attenzione l'impianto di riscaldamento e la caldaia più adatta alle tue esigenze.
L'impianto di riscaldamento a gas in un palazzo o in una casa con più abitazioni può avere due configurazioni principali: autonomo o centralizzato.
La differenza tra i due sistemi è sostanziale e per coloro che hanno la possibilità di scelta la decisione è determinante.
Vediamo i vantaggi e gli svantaggi dei due sistemi e come fare per scegliere quello giusto.

La differenza tra impianto di riscaldamento autonomo e centralizzato

Innanzitutto dobbiamo comprendere bene la differenza tra i due tipi di sistemi di riscaldamento.

  1. Con l'impianto autonomo la caldaia e la rete di distribuzione servono una singola abitazione.
  2. Con l'impianto centralizzato la caldaia è in comune con tutte le abitazioni presenti nel condominio.

Quando si potranno accendere i riscaldamenti?Ecco regole previste per il nuovo anno, con le ore e i giorni previsti per l'accensione del riscaldamento centralizzato: "Accensione Riscaldamento: tutte le Città e le Regioni".

Come scegliere tra riscaldamento autonomo e centralizzato

L'impianto autonomo è economico quando serve un'unica unità abitativa o al massimo piccoli edifici. Nelle situazioni con più famiglie si predilige sempre il riscaldamento centralizzato, poiché oltre a consumare meno combustibile, anche il costo per la manutenzione di un'unica caldaia è inferiore rispetto a diverse caldaie e relative canne fumarie.

Ricordiamo che ad oggi la legge vieta l'installazione degli impianti autonomi negli edifici di nuova costruzione con più di 4 abitazioni.

Per la sostituzione dell'impianto di riscaldamento lo Stato ha previsto delle agevolazioni fiscali. La detrazione al 65% per il risparmio energetico è confermata per tutto il 2017, e probabilmente anche nel 2018 anche se forse scenderà al 36%. Nell'agevolazione sono compresi i lavori sulle singole unità immobiliari ed anche gli interventi di riqualificazione energetica delle parti comuni degli edifici condominiali.

L'impianto di riscaldamento autonomo

L'impianto autonomo è quindi privato ed è gestito in maniera indipendente dagli altri inquilini della casa. In questi casi la soluzione adottata è una caldaia a metano o a GPL oppure anche caminetti o stufe a legna o a pellet.
Il vantaggio principale è appunto l'autonomia di regolare l'impianto a proprio piacimento e di accenderlo e spegnerlo quando necessario. Una famiglia con il riscaldamento autonomo consuma mediamente oltre 1000 metri cubi all'anno di gas. Da sottolineare che il consumo e la relativa bolletta dipendono da molti fattori, come la grandezza della casa e le sue caratteristiche d'isolamento e di esposizione, dalla presenza più o meno assidua degli abitanti e dalla zona in cui si trova. Per rispamiare in bolletta chiama lo 010 848 01 61 ed un consulente ti aiuterà nella scelta. In questo articolo scopri come risparmiare sul riscaldamento diminuendo il consumo.

L'impianto di riscaldamento centralizzato

Nell'impianto centralizzato la caldaia è più grande ed è collegata alle abitazioni con un sistema di tubazioni che portano l'acqua dalla centrale termica fino all'interno di ogni casa.
Il vantaggio è che il rendimento, ossia l'efficienza energetica di una caldaia grande è superiore e questo comporta un consumo inferiore di gas metano.
Inoltre il centralizzato richiede una potenza termica massima inferiore: la potenza della caldaia grande non è pari alla somma delle singole caldaiette perché queste vengono tutte sovradimensionate.
In questa situazione l'inconveniente è che la decisione sulle ore di accensione dipende dalla scelta comune stabilita in assemblea condominiale. Questo problema è parzialmente risolto con l'installazione delle valvole, continua a leggere il paragrafo successivo.

Con il centralizzato il responsabile dell'impianto è, dove presente, l'amministratore del condominio e quindi sarà lui che gestisce tutte le operazioni di manutenzione e controllo fumi per il rilascio del bollino blu.

L'impianto centralizzato ha l'obbligo delle valvole

Dal 2017 negli impianti di riscaldamento centralizzati sono diventate obbligatorie le valvole termostatiche e i ripartitori. La valvola termostatica viene installata su ciascun termosifone e consente di modulare il calore nelle varie stanze della casa. In questo modo ciascun condomino regola il calore e soprattutto paga la spesa del gas in base alla propria quota dei consumi registrata dai ripartitori.
Per cercare di diminuire la bolletta del gas metano puoi scegliere una tariffa migliore, per una consulenza gratuita sulle offerte più aggiornate chiama lo 010.848.01.61.

Le valvole sono un ottimo compromesso per ottenere i benefici di un impianto autonomo senza rinunciare ai vantaggi del centralizzato.

Cosa succede se non pago il riscaldamento condominiale?

Il primo grande dubbio che si ha, quando si parla di riscaldamento condominiale, è se per le nostre tasche convenga di più il riscaldamento autonomo o centralizzato.

Fino a qualche anno fa, era molto più comune trovare nelle abitazioni impianti autonomi, in modo che ogni famiglia pagasse esclusivamente quello che consumava per il riscaldamento e non ci fossero preoccupazioni legate a errori nel calcolo dei consumi.

La legislazione europea (e anche quella italiana) stanno puntando fortemente sul riscaldamento centralizzato, poiché permette una maggiore efficienza energetica e forti risparmi sui costi, oltre a diminuire le emissioni di CO2 nell’ambiente. Proprio per questo motivo, nelle palazzine di nuova costruzione, tutti gli impianti di riscaldamento (o almeno la stragrande maggioranza) sono centralizzati.

Come abbiamo detto precedentemente, il riscaldamento centralizzato è più conveniente rispetto a quello autonomo, anche se in alcuni casi può essere necessario chiedere un distacco:

  • Nel caso in cui vengano accorpate o divise delle unità immobiliari, può capitare che il riscaldamento centralizzato non si possa adattare alla nuova struttura dell’immobile
  • Se viene ristrutturata l’abitazione e si sceglie di installare pannelli radianti a pavimento, sarà necessario distaccarsi dal riscaldamento centrale
  • Nel caso in cui l’Assemblea di Condominio decida di abolire questo tipo di riscaldamento, perché poco adatto alle esigenze dei condómini

È importante comunque ricordare che questi sono casi limite, poiché in linea generale per un condominio è sempre più conveniente avere un riscaldamento centralizzato rispetto a quello autonomo: costa meno l’installazione e ed è un sistema molto più potente.

Non hai pagato la tua parte?

Se non hai pagato la tua parte per il riscaldamento di condominio, potresti incorrere in gravi problemi. Infatti, il rinnovato articolo 63, 3° comma, delle disposizioni di attuazione del codice civile, permette all’amministratore di condominio di sospendere il condomino moroso dalla fruizione dei servizi comuni.

Bisogna aggiungere che la morosità di alcuni potrebbe sfociare addirittura nell’inadempimento del condominio verso l’ente erogatore, legittimando così la sospensione della fornitura all’intero edificio, anche se gli altri condomini hanno i pagamenti in regola.

La giurisprudenza è però divisa sull’interpretazione della norma, facendo emergere diverse posizioni:

  • Tra i favorevoli alla sospensione si afferma che l’amministratore può procedere direttamente in via di autotutela senza il preventivo intervento del giudice a condizione che si operi solamente sulle parti comuni e non sulla proprietà esclusiva del moroso;
  • Altri giudici puntano sull’irrilevanza dell’interesse economico del condominio nei confronti del bene salute, limitando l’efficacia della norma ai soli servizi comuni non essenziali, cioè non attinenti ai diritti primari costituzionalizzati (tra cui il riscaldamento condominiale).

Quindi l’applicazione dell’art. 63 è tutt’altro che agevole e non sembra per niente facile per l’amministratore poter prendere una decisione in caso di morrosità dei condomini. L’unico percorso sicuro per l’amministratore è quindi farsi sempre autorizzare dal giudice, anche per l’intervento sulle sole parti comuni. È difficile quindi che gli amministratori di condominio, se non obbligati dall’assemblea, prenderanno l’iniziativa di chiedere al giudice la sospensione del servizio per l'inquilino moroso.

Come staccarsi dall'impianto condominiale?

Dal 2013, non è più necessaria l'approvazione dell'assemblea di condominio per staccarsi dall'impianto centralizzato, anche se devono comunque essere avvvisati tutti i condomini. Il distacco è possibile solo nel caso in cui questo non provochi squilibri di funzionamento o spese notevoli per il condominio.

Che cosa fare a questo punto? Prima di tutto è fondamentale chiamare un tecnico abilitato che faccia un sopralluogo all'impianto e decida se effettivamente il distacco è possibile. Se la procedura viene approvata, si potrà proseguire al distacco: va ricordato però che il condomine che decide staccarsi dall'impianto, dovrà adottare i sistemi di contabilizzazione di calore e dotare il proprio appartamento con una canna fumaria a norma di legge.

Quando viene acceso il riscaldamento centralizzato nelle varie zone d'italia?

zone riscaldamento Italia
Le zone climatiche in Italia

In alcune zone d'Italia il freddo arriva prima che in altre e la stagione invernale è più lunga. Lo sapevi che la normativa impone dei limiti per l'accensione degli impianti centralizzati? Ecco qual è il periodo e l'orario massimo previsto dalla legge nelle città d'Italia.

Le zone climatiche in Italia

Il nostro territorio è suddiviso in diverse zone climatiche, in base al clima medio stagionale. Per stabilire le varie zone sono stati calcolati per ogni città i gradi giorno (GG), che rappresentano un indice del clima: più sono elevati più farà freddo in quel dato comune.
Le zone climatiche in Italia sono sei, distinte dalle prime lettere dell'alfabeto: A, B, C, D, E e F. Nella zona A, la più calda con GG inferiori a 600, rientrano solo Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle.

Le normativa prevede dei limiti per l'accensione in base alla zona climatica in cui ricade la città.

Cosa stabilisce la normativa sull'accensione del riscaldamento centralizzato?

La legge n.10 del 1991, per l'uso razionale dell'energia e il risparmio energetico, è la normativa che impone dei limiti per l'accensione dell'impianto di riscaldamento centralizzato.
L'obiettivo è quello di contenere i consumi di energia nel territorio in base alla temperatura media dell'anno.
Per ciascuna zona climatica viene stabilito:

  1. il periodo di accensione
    durante tutta la stagione invernale
  2. il numero massimo di ore
    durante il giorno

In generale il riscaldamento condominiale viene acceso sempre dopo le 5 di mattina e spento entro le ore 23. L'accensione della caldaia può essere continuativa durante il giorno, es. dalle 8 alle 22, oppure frazionata in due fasce orarie, es. dalle 5 alle 10 e dalle 16 alle 23. I comuni possono comunque stabilire delle deroghe a questi limiti, qualora ci sia l'esigenza, ad esempio con un autunno/inverno più freddo del solito.

Il periodo e l'orario di accensione del riscaldamento nelle città nel 2017

Ecco nell'elenco il periodo e l'orario massimo per l'accensione dell'impianto di riscaldamento centralizzato nelle varie città d'Italia:

  1. Zona climatica A:
    dal 1 dicembre al 15 marzo, per 6 ore al giorno. Sud e isole: comuni di Lampedusa e Linosa; Porto Empedocle
  2. Zona climatica B: 
    dal 1 dicembre al 31 marzo, per 8 ore al giorno. Sud e isole: Agrigento; Catania; Crotone; Messina; Palermo; Reggio Calabria; Siracusa; Trapani
  3. Zona climatica C: 
    dal 15 novembre al 31 marzo, per 10 ore al giorno. Nord-Ovest: Imperia. Centro: Latina. Sud e isole: Bari; Benevento; Brindisi; Cagliari; Caserta; Catanzaro; Cosenza; Lecce; Napoli; Oristano; Ragusa; Salerno; Sassari; Taranto
  4. Zona climatica D: 
    al 1 novembre al 15 aprile, per 12 ore al giorno. Nord-Ovest: Genova; La Spezia; Savona. Nord-Est: Forlì. Centro: Ancona; Ascoli Piceno; Firenze; Grosseto; Livorno; Lucca; Macerata; Massa C.; Pesaro; Pisa; Pistoia; Prato; Roma; Siena; Terni; Viterbo. Sud e isole: Avellino; Caltanissetta; Chieti; Foggia; Isernia; Matera; Nuoro; Pescara; Teramo; Vibo Valentia
  5. Zona climatica E:
    dal 15 ottobre al 15 aprile, per 14 ore al giorno. Nord-Ovest: Alessandria; Aosta; Asti; Bergamo; Biella; Brescia; Como; Cremona; Lecco; Lodi; Milano; Novara; Padova; Pavia; Sondrio; Torino; Varese; Verbania; Vercelli. Nord-Est: Bologna; Bolzano; Ferrara; Gorizia; Modena; Parma; Piacenza; Pordenone; Ravenna; Reggio Emilia; Rimini; Rovigo; Treviso; Trieste; Udine; Venezia; Verona; Vicenza. Centro: Arezzo; Perugia; Frosinone; Rieti. Sud: Campobasso; Enna; L’Aquila; Potenza
  6. Zona climatica F:
    nessuna limitazione. Nord-Ovest: Cuneo. Nord-Est: Belluno; Trento.

Nella zona climatica F, la più fredda, non ci sono limitazioni per il periodo di tempo né per l'orario. Ricadono in questa zona le province di Cuneo, Belluno e Trento.

Consigli per evitare gli sprechi e risparmiare sul riscaldamento

Ecco dei semplici consigli di comportamento per evitare gli sprechi e risparmiare sulla bolletta del gas:

  • eliminare l'aria dai termosifoni
    le bolle d'aria riducono l'efficienza del sistema
  • effettuare una regolare manutenzione della caldaia
  • chiudere le finestre con il riscaldamento in funzione
  • non coprire i termosifoni con rivestimenti, mobili o tende
  • per chi ha l'impianto centralizzato: chiudere le valvole termostatiche nelle stanze non utilizzate
  • per chi ha l'impianto autonomo: regolare la temperatura intorno ai 20°C
  • per chi ha l'impianto autonomo: programmare l'accensione e lo spegnimento della caldaia a seconda delle esigenze