Energia: che programmi hanno i sindaci Raggi, Sala, Appendino e De Magistris?

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La nuova eletta a sindaco di Roma, Virginia Raggi.

Quanta energia c’è nei nuovi sindaci di Roma, Milano, Torino e Napoli? Energia intesa non come entusiasmo, ma come politiche energetiche. Dato che Raggi, Sala, Appendino e De Magistris non sono ancora a lavoro come primi cittadini, analizziamo i loro programmi elettorali.

Premessa

I sindaci non hanno grandi poteri in materia di politica energetica, in effetti essa viene gestita e decisa, principalmente, al livello nazionale, però non hanno proprio le mani legate nell’affrontrare il riscaldamento climatico, che, va sottolineato, deriva in prima istanza dal nostro eccessivo consumo di energia.

Cosa possono fare i sindaci in campo energetico?

  1. Agevolare le pratiche burocratiche per le rinnovabili rilasciando rapidamente alcune autorizzazioni e togliendo vincoli burocratici.
  2. Vietare, per esempio, il riscaldamento a gasolio o le caldaie tradizionali, dette "caldaie 3 stelle", che non sono a condensazione e quindi risultano meno efficienti.
  3. Nelle gare d’appalto possono decidere l’utilizzo solo di rinnovabili e l’acquisto di autobus al GPL al posto di quelli a benzina.
  4. Approvare piani per una mobilità sostenibile.
  5. Dare vita a una diversa gestione dei rifiuti, per esempio non considerare più loro come un problema, ma come una risorsa da sfruttare: ricavarne energia elettrica e termica potrebbe essere il frutto di un nuovo ciclo dei rifiuti.
  6. Le municipalizzate, una particolarità italiana: sono società controllate in maggioranza dal comune, e si occupano di vari servizi pubblici tra cui la distribuzione e la vendita dell’energia, e in alcuni casi anche di produzione. In tutta Italia spesso sono un “carrozzone” di debiti per le casse comunali.

Roma - Virginia Raggi: il suo programma sostenibile

La neo-sindaca 5 stelle ha posto la mobilità nel primo punto nel suo programma elettorale. “Ad oggi solamente il 30% degli spostamenti nella città di Roma avviene mediante il trasporto pubblico, pedonale o ciclabile, il restante 70% con mezzi privati. È fondamentale iniziare ad invertire questa proporzione”. “Per fare questo”, si legge, “è prioritario creare un servizio di trasporto pubblico efficiente, con vetture moderne”. Inoltre vuole puntare molto sulle ciclabili e sulla mobilità elettrica, ma quest’ultimo punto non è stato descritto in modo dettagliato.

Acea: come cambierà?

Il capitolo più insidioso è quello “Acea”, la società municipalizzata che gestisce la distribuzione di acqua e di energia elettrica, di proprietà del comune di Roma per il 51% e la restante parte di azionisti privati: l’imprenditore immobiliare Caltagirone (15,9%), la multinazionale francese Suez Environnement (12,5%) e 20,6% ad altri. In campagna elettorale Virginia Raggi ha dichiarato che in caso di vittoria avrebbe cambiato il vertice dell’azienda. Ad attendere questa eventuale mossa è soprattutto il titolo Acea in borsa che ha fatto registrare un calo subito dopo l’elezione a sindaco di Raggi. Infine, essendo l’acqua pubblica uno dei cavalli di battaglia del Movimento, staremo a vedere come la nuova amministrazione comunale definirà la mission di Acea Acqua e, in generale, del gruppo Acea.

Milano - Giuseppe Sala: il suo programma per una città green

Tra i neoeletti è il più esperto del settore, perché nel 2012 è stato presidente, per alcuni mesi, di A2A, la multiutility lombarda, ai vertici nei settori energia, ambiente, calore e reti, controllata dal comune di Milano e di Brescia. Durante la sua presidenza riuscì a ridurre drasticamente il debito e a marcare i confini tra i soci e i manager.

La vendita del 10% delle azioni della società, è questo lo scenario previsto dal corriere.it. Certamente per il primo cittadino del capoluogo lombardo A2A sarà gestita come un vettore efficace della politica comunale in materia di energia, sviluppo e ambiente.

La città sognata da Sala

Inoltre Sala ha in mente una nuova Milano: una città a emissioni zero, in accordo con gli impegni presi (Compact di C40 e il Patto dei sindaci europei); ha dichiarato guerra alle caldaie con il gasolio più inquinante; vuole rinnovare, all’insegna dell’efficienza energetica, sia il patrimonio immobiliare comunale sia il parco privato. In che modo? Con partnership tra gli operatori privati e una serie di incentivi.

Il vero sogno di Sala è riaprire alcuni tratti dei Navigli milanesi e sfruttare, inoltre, le acque di falda come fonte di energia geotermica (caldo l’inverno, freddo l’estate).

Sul teleriscaldamento si è dimostrato un manager specializzato in questo campo: ha dichiarato di “estendere la rete di teleriscaldamento e renderla più efficiente passando da processi da alta a media temperatura”. Infine ha le idee chiare anche sulla Green Economy: efficienza energetica e micro fotovoltaico.

Torino - Chiara Appendino: il suo programma di riqualificazione

Come è successo a Roma con l’Acea, anche a Torino con l’elezione a sindaco della candidata del movimento 5 stelle in borsa il titolo di Iren si è ridotto. Le quotazioni della municipalizzata del comune sono scese a causa di una errata interpretazione di una dichiarazione di Appendino in campagna elettorale. Secondo le riscostruzioni della stampa la sindaca avrebbe voluto le dimissioni del presidente Paolo Peverano. Ma il giorno dopo l’elezione la prima cittadina è stata chiara: la nomina del numero uno di Iren spetta all’assemblea della società. Invece con la collega Virginia Raggi condivide la politica sull’edilizia. “Blocco ai nuovi progetti e focus sulla riqualifica, anche energetica, del patrimonio già esistente”.

Napoli - Luigi De Magistris e l’illuminazione pubblica a LED

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Il rieletto sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.

Il programma elettorale del sindaco rieletto a Napoli è fortemente caratterizzato dalla politica energetica. De Magistris ha promesso:

  1. Incentivazione delle autorizzazioni edilizie per chi sceglie ristrutturazioni straordinarie attraverso l’uso di nuove forme di energia rinnovabile.
  2. Incremento della metanizzazione ed elettrificazione degli autobus pubblici.
  3. Monitoraggio costante della centrale (Vigliena) a Gas naturale di Napoli-Levante (TirrenoPower) e istituzione di un protocollo per la compensazione ambientale dovuta all’immissione di gas serra e polveri sottili in un territorio ad alta densità.
  4. Dotazione degli edifici comunali di tecnologie per la produzione di energia e riconversione energetica, più l’incentivazione delle autorizzazioni per i privati che usano nuove energie.
  5. Rivoluzione dell’illuminazione pubblica: “Gli attuali impianti saranno sostituiti da lampade al led”, ha scritto il sindaco sul suo blog. In questo modo la città “risparmierà 24 milioni di euro in tre anni”, ossia un risparmio del 50% di consumo di energia elettrica, dimezzando così l’attuale consumo di 52 milioni di kWh/anno.

Conclusioni

Logicamente tutti e quattro i sindaci vorrebbero città più sostenibili. Per Raggi e Appendino questo passaggio passerà forse tramite con una nuova gestione delle società municipalizzate, mentre a Milano spicca la strategia e l’impegno di Sala contro il riscaldamento climatico, invece De Magistris punta alle nuove tecnologie per rendere Napoli più efficiente dal punto di vista energetico. In bocca al lupo a tutti!

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